Tra i firmatari si annoverano prestigiose organizzazioni come l’Associazione Federale degli Editori Digitali e Giornalisti (BDZV) e l’Associazione per la Stampa Libera (MVFP) tedeschi, l’Associazione belga degli editori e dei giornali, l’Alliance de la Presse d’Information Generale francese, che rappresentano una vasta gamma di attori nel settore dei media.
Nonostante la portata europea di questa iniziativa, in Italia e in altri paesi come l’Ungheria e la Grecia la questione non sembra avere avuto riscontro adeguato: nel nostro Paese, il documento è stato sottoscritto solo dalla Federazione Italiana Editori di Giornali (FIEG).
La lettera sottolinea l’importanza fondamentale che la libertà dei media e i valori europei rivestono per la libertà di espressione, affermando che tali principi costituiscono la linfa vitale delle democrazie.
Dai firmatari è stato apprezzato il tentativo di dialogo tra l’UE e gli Stati, che ha portato ad alcune proposte di modifica del regolamento: vengono generalmente condivise le disposizioni riguardanti la trasparenza, la protezione delle aziende mediatiche dalle interferenze politiche, la tutela dei giornalisti e delle fonti e quelle che prevedono una distribuzione equa e trasparente della pubblicità di Stato e che estendono la disposizione sulla misurazione dell’audience ai gatekeeper digitali.
Tuttavia, i dubbi che emergono nei confronti del regolamento sono tanti: in primo luogo, è stato evidenziato come alcune norme possano essere una potenziale minaccia alla libertà di stampa perché limitando l’indipendenza dei media porterebbero ad un’omologazione delle opinioni e a una riduzione del pluralismo mediatico. A preoccupare maggiormente gli editori sono le disposizioni che riguardano una possibile censura per i giornalisti, le quali determinerebbero un ostacolo all’esercizio del ruolo critico degli stessi nei confronti del potere.
In secondo luogo, è stato sottolineato, che l’EMFA sembra ignorare i principi consolidati a livello nazionale riguardanti la libertà di stampa. In ogni Stato membro dell’Unione Europea, nel corso del tempo, sono stati sviluppati quadri giuridici e pratiche costituzionalmente protette per garantire la libertà di stampa e quindi l’armonizzazione forzata di tali ordinamenti potrebbe minare l’autonomia dei sistemi nazionali e non tenere conto delle specificità culturali, storiche e politiche di ciascun Paese.
L’ultimo punto sollevato riguarda l’importanza del pluralismo dei media e la sua relazione con la libertà di espressione. I firmatari avvertono che il raggiungimento del pluralismo non può essere ottenuto attraverso un approccio unificato di regolamentazione dei media in tutta Europa, ma che solo garantendo la pluralità di voci e creando un ambiente in cui i giornalisti possano operare in modo indipendente si potrebbe arrivare al raggiungimento di tale obiettivo.
La lettera sottolinea l’impegno degli editori di stampa nella protezione della libertà dei media e dei valori europei, evidenziando l’importanza di preservare un’ampia sfera di libertà per i media come elemento essenziale di una democrazia sana.
La lettera è disponibile al seguente link