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L’accordo raggiunto tra Francia, Germania ed Italia sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale il 18 novembre, si focalizza principalmente sull’autoregolamentazione obbligatoria attraverso l’individuazione di codici di condotta. Questi tre stati propongono all’Unione Europea una normazione che presti maggiore attenzione all’applicazione dell’IA, dando maggior rilievo ai codici di condotta per la creazione dei modelli di IA piuttosto che sulla tecnologia stessa.

Questo accordo giunge in un momento decisivo per la regolamentazione europea dell’intelligenza artificiale, con l’IA Act che sta per completare il suo percorso legislativo. Le istituzioni dell’UE sono impegnate a definire i dettagli finali della legislazione. Il Parlamento Europeo aveva proposto che il codice di condotta fosse obbligatorio solamente per i principali fornitori di IA. Tuttavia, i governi delle tre nazioni hanno sottolineato come tale distinzione potrebbe compromettere la fiducia nei fornitori europei minori, limitando il loro mercato. Hanno evidenziato come sia necessario che le norme di condotta e trasparenza siano obbligatorie per tutti i fornitori.

Nel documento informale, Francia, Germania e Italia suggeriscono che gli sviluppatori di modelli fondamentali di IA definiscano delle “schede modello”: queste schede, come descritto nel documento, conterranno informazioni essenziali per comprendere il funzionamento del modello, le sue capacità e i suoi limiti. È inoltre proposta la creazione di un organo di governance dell’IA, che aiuterebbe a sviluppare linee guida e a monitorare l’applicazione di questi modelli, fornendo un metodo semplice per segnalare eventuali violazioni del codice di condotta.

Attualmente, in caso di violazione del codice di condotta, non sono previste sanzioni immediate. I tre governi suggeriscono invece l’introduzione di un sistema di sanzioni graduale.

Il Ministero dell’Economia e il Ministero degli Affari Digitali tedeschi hanno evidenziato che l’intervento statale non dovrebbe limitare la tecnologia IA, ma piuttosto indirizzarne un’applicazione responsabile.

Il Ministero degli Affari Digitali, Volker Wissing, ha affermato in un intervista al Reuters : “Dobbiamo regolamentare le applicazioni e non la tecnologia, se vogliamo giocare nella massima lega mondiale dell’intelligenza artificiale”.

Carme Artigas, segretario di Stato spagnolo per la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, in risposta all’accordo informale dei tre paesi europei, in un’intervista rilasciata a Euractiv, ha dichiarato che l’EU AI Act “non può allontanarsi dai suoi modelli fondativi”. Artigas ha sottolineato che le trattative per la stesura del regolamento sono quasi completate e che esiste già un accordo su alcuni obblighi di trasparenza. Tuttavia, alcune questioni aggiuntive, compreso il modo in cui gestire i contenuti protetti da copyright, sono ancora oggetto di discussione, come già rappresentato da noi in precedenza.

Il segretario di stato spagnolo ha poi continuato, affermando: “Il diritto d’autore è una questione preoccupante. Comprendiamo tutti che il diritto d’autore, come qualsiasi altra legge, non può essere violato. Stiamo cercando di trovare il giusto equilibrio per rendere tutto ciò possibile senza danneggiare la competitività dell’Europa”.

In definitiva, l’Unione Europea non potrà ignorare le proposte fatte dai tre maggiori stati europei per la regolamentazione dell’AI e ne sarà sicuramente influenzata.