Sembra che l’epoca dei vecchi social media, inizialmente orientati principalmente verso i Millennials, stia giungendo al termine. A scriverlo è David Cohn, cofondatore e direttore strategico di Subtext, nonché direttore senior di Advance Alpha Group, il quale ha dedicato gli ultimi dieci anni all’esplorazione dell’innovazione nel giornalismo guidato dall’Intelligenza Artificiale (IA), prevedendo che il 2024 potrebbe segnare un notevole progresso nell’applicazione dell’IA, con un cambiamento equiparabile a quello causato dall’avvento dei social media.
Sam Cholke – ricorda Cohn – esperto responsabile della distribuzione e crescita del pubblico presso l’Institute for Nonprofit News, ha evidenziato il recente declino del traffico su Facebook, sottolineando la fragilità del pubblico online. Questo declino è attribuibile alla mancanza di adattamento alle preferenze dei giovani, che cercano una comunicazione più visuale e meno basata su testo.
Per contrastare questo declino, il gigante dei social media, Meta, ha tentato interventi orientati verso una comunicazione più visiva, abbandonando nel 2023 il progetto Instant Articles avviato nel 2015, il quale mirava a fornire un modo rapido per presentare gli articoli sulla piattaforma con l’aggiunta di link di riferimento, progetto dallo scarso successo.
Con l’incremento dell’importanza delle immagini e l’emergere di strumenti di intelligenza artificiale generativa, diventa cruciale rivalutare il valore dei contenuti creati dagli esseri umani. Il mondo dell’editoria e del giornalismo sono chiaramente al centro di questo cambiamento.
L’intelligenza artificiale generativa, come abbiamo sottolineato più volte, apre nuove prospettive per il giornalismo, semplificando attività di routine come la trascrizione e la trasformazione dei dati grezzi in notizie. L’obiettivo principale nell’utilizzo di queste nuove tecnologie è migliorare l’efficienza e garantire l’accuratezza, permettendo ai giornalisti umani di concentrarsi su compiti più complessi e investigativi. Inoltre, l’IA facilita la trasparenza e la partecipazione del pubblico, trasformando la connessione tra media e lettori in qualcosa di più profondo.
Nel contesto più ampio dell’uso dell’IA nel giornalismo, emergono questioni etiche e pratiche che le redazioni devono affrontare. Standard accessibili sull’uso dell’IA sono cruciali per mantenere la fiducia dei consumatori di notizie e garantire la responsabilità della stampa. Ciò implica chiarezza sull’utilizzo dell’IA nella redazione, scrittura e diffusione delle notizie, con l’obiettivo di assicurare che il contenuto sia verificato, credibile e il più equo possibile.
La sfida dell’affidabilità delle notizie generate dall’IA è un’altra preoccupazione fondamentale. I programmi IA possono mancare della sfumatura e della comprensione umana, portando a incomprensioni e resoconti inaccurati. Questo sottolinea ancora una volta quanto sia necessaria la presenza umana, irrinunciabile nella sua capacità di interpretare situazioni complesse.
Ma allora, perché parliamo di un’altra rivoluzione?
Fino ad oggi, l’uomo ha sviluppato dispositivi che, sebbene portino benefici, comportano anche problemi. L’uso costante di dispositivi portatili può causare problemi fisici, mentre la dipendenza dagli schermi può accelerare la comparsa di problemi visivi e psicologici, e nonostante la continua evoluzione di questi strumenti, talvolta decidiamo in base a ciò che fa funzionare meglio le macchine anziché a ciò che espande il potenziale umano.
Ora, per la prima volta, assistiamo a un ribaltamento degli equilibri: non ci stiamo allontanando dalla tecnologia, stiamo invece abbracciando una nuova trasformazione basata su una tecnologia più intuitiva, sia nella progettazione che nella sua essenza, con maggior semplicità di utilizzo che può integrarsi facilmente in ogni aspetto delle nostre vite: chatbot come ChatGPT e Bard hanno definito un cambio di paradigma, con una spinta verso una tecnologia più “intelligente” e accessibile per tutti.
In passato, l’IA si focalizzava sull’automazione delle attività e delle routine, ma ora sta puntando a potenziare le capacità umane. Questo cambiamento influisce non solo sul lavoro quotidiano, ma anche su sfide concettuali specializzate, prima riservate a individui altamente formati o con ampie risorse finanziarie.
Tuttavia, la modalità di comunicazione predefinita con i sistemi di IA resta un’eredità del passato prossimo: siamo sicuri che chatbot e le attuali modalità di interrogazione di questi sistemi siano la migliore? O non sia anch’essa destinata a cambiare? Per Cohn il modo in cui interagiamo con tali strumenti, tramite le interfacce di chat, potrebbe evolversi nel tempo.
La questione centrale è se l’interfaccia di chat da sola sia la soluzione ottimale per questa interazione.
Le interfacce di chat, unite al paradosso della scelta, potrebbero frustrare gli utenti nell’esprimere messaggi complessi per ottenere risposte precise. La necessità di strutturare le interazioni diventa evidente, richiedendo percorsi chiari e direzioni immediatamente comprensibili. Questo implica una riflessione su paradigmi diversi, oltre al tradizionale modello di chat.
Entriamo dunque nel 2024 con una maggiore consapevolezza su questi strumenti, ma con ancora molto lavoro da compiere. Editori e giornali stanno cercando di adattarsi, integrando l’IA nelle testate giornalistiche. Tuttavia, l’evoluzione è continua e è necessario rimanere al passo per non esserne sopraffatti. Se gestita correttamente, può diventare una preziosa alleata.