Uno po' di quello che vuoi sapere su IA e informazione!
Interskills srl
SØØn
Newsletter 17 del 28 aprile 2024
Uno po' di quello che vuoi sapere su IA e informazione!

SØØn vuol essere un riepilogo settimanale di alcune delle numerose novità che evolvono continuamente il mondo dell'Intelligenza Artificiale. Non è possibile darne un resoconto completo o esaustivo, ci vorrebbero decine di pagine. Scegliamo quelle che possono riguardare, direttamente o indirettamente, il mondo dell'informazione e del giornalismo

Newsweek rivoluziona la produzione delle news con l’IA

Come abbiamo già visto, quando abbiamo parlato del rapporto di  Associated Press sull'uso dell'intelligenza artificiale nelle redazioni, questa è ormai una realtà tangibile e non solo per quanto riguarda l'automazione di processi seriali, come analisi del lettorato, scrittura di bollettini basati su dati statistici, implementazioni e miglioramenti sui sistemi di sottoscrizione (cd "paywall"), ma anche nella produzione generativa di contenuti, con tutte le implicazioni di  carattere qualitativo  ed etico che tale produzione crea.

E, d'altra parte, sembra ormai indispensabile investire sull’IA per continuare ad avere un ruolo centrale nel mondo dell’editoria, come sta facendo la testata USA Newsweek.

La redazione, infatti, riconosce il potenziale di questi strumenti nel rendere il lavoro dei giornalisti più veloce, intelligente e creativo.

Già sei mesi fa, Newsweek aveva stabilito nuove regole per introdurre gli strumenti di IA garantendone un utilizzo etico e responsabile, pubblicando alcune linee guida nelle policy del giornale.

Secondo le linee guida, la valutazione e l’adozione graduale di strumenti basati sull’IA si concentreranno su come migliorare le diverse fasi del lavoro giornalistico, come la scrittura, la ricerca, il montaggio video e la correzione di bozze.

“Man mano che Newsweek valuterà gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale per aiutare reporter, montatori video, copy editor, redattori e altri a svolgere il loro lavoro in modo più efficace, li distribuiremo alla redazione”, si legge nelle sue policy.

I giornalisti parteciperanno attivamente in ogni fase del processo di utilizzo dell’IA, garantendo un controllo umano e il rispetto degli standard editoriali.

Newsweek, infatti, riconosce che l’IA può semplificare compiti giornalistici ripetitivi o dispendiosi, consentendo al personale di concentrarsi su compiti più creativi e di valore aggiunto: nelle policy però è ben sottolineato che l’IA non sostituirà mai il ruolo dei giornalisti nel garantire la qualità e l’accuratezza delle notizie pubblicate.

Una questione molto importante riguarda la responsabilità, il dibattito sulla responsabilità dell’IA, infatti, è ancora in corso, ma in questo caso la redazione ha ben specificato che editori e giornalisti rimangono responsabili del contenuto prodotto, indipendentemente dall’uso di strumenti AI:

L’IA non è responsabile nei confronti dei lettori di Newsweek: lo siamo noi.”

Le regole stabilite da Newsweek riguardo all’uso dell’intelligenza artificiale:

  1. Pubblicazione di Immagini Generate da IA: Newsweek eviterà di pubblicare immagini generate dall’intelligenza artificiale, che siano video o immagini fisse che appaiano realistiche.
  2. Coinvolgimento dei Giornalisti nelle Funzioni Principali: Nei casi in cui strumenti di intelligenza artificiale siano impiegati nelle funzioni principali del giornalismo, come scrittura, ricerca, modifica o altre attività fondamentali, i giornalisti saranno coinvolti in tutte le fasi, dall’assegnazione al reportage fino alla pubblicazione del contenuto scritto.
  3. Utilizzo di Strumenti di IA per Supportare il Lavoro Giornalistico: Quando gli strumenti di intelligenza artificiale vengono utilizzati per supportare il lavoro giornalistico, come prendere appunti, trascrivere, redigere sceneggiature video, scrivere testi per i social media, testare titoli, aggiungere metadati o selezionare immagini, non si applica la regola interna della partecipazione di tre giornalisti.
  4. Divulgazione dell’Uso di Strumenti di IA: Qualsiasi giornalista che impieghi strumenti di intelligenza artificiale nelle funzioni giornalistiche fondamentali deve rivelarlo al proprio editore e alla redazione. Inoltre, è necessaria l’approvazione dell’editore degli standard per l’utilizzo di qualsiasi strumento non precedentemente impiegato da Newsweek.

L’integrazione degli strumenti già esistenti oramai sembra non bastare più ed infatti seguendo l’esempio di altre testate giornalistiche anche il Newsweek sta investendo sulle creazioni di strumenti interni ed ha già ha lanciato il suo primo strumento di intelligenza artificiale per la produzione video.

Strumento personalizzato che crea brevi riassunti video di articoli di notizie esistenti. Il processo inizia con la generazione di uno script video riassuntivo della notizia, seguito dall’individuazione e dall’estrazione di immagini e clip video pertinenti, che vengono poi montate insieme per creare un video completo

Nonostante la maggior parte del processo sia automatizzata, è comunque richiesto l’intervento di un editor video umano per revisionare la trascrizione, selezionare manualmente immagini aggiuntive e apportare modifiche finali.

In un panorama in cui l’IA suscita preoccupazioni riguardo alla sostituzione dei giornalisti e la perdita di lavoro, abbiamo invece la nascita di nuove figure e lo sviluppo di nuovi progetti che vanno ad incrementare le assunzioni:  proprio  Newsweek, sta cercando personale specializzato nell’utilizzo dell’IA per creare un nuovo team.

“Questo team sfrutterà le opportunità offerte dai progressi nell’intelligenza artificiale e da altri strumenti per produrre giornalismo di alto livello”.

I giornalisti del nuovo team di Live News saranno incaricati di “produrre più storie al giorno su diversi argomenti e tematiche”, che possono spaziare dalla politica americana alla cronaca nera, dalle celebrità alla realtà internazionale, utilizzando gli strumenti di intelligenza artificiale.

Il nuovo direttore esecutivo di Newsweek ha dichiarato: “Penso che la differenza tra le redazioni che abbracciano l’intelligenza artificiale e quelle che la evitano si dimostrerà davvero nei prossimi mesi e anni […]  Abbiamo davvero abbracciato l’intelligenza artificiale come un’opportunità e non come una sorta di spettro in agguato nelle redazioni.”

Siamo ad una svolta nella generazione dei volti umani, Microsoft presenta VASA-1

Microsoft Research Asia ha introdotto VASA-1, un nuovo strumento di intelligenza artificiale per creare volti parlanti estremamente realistici per personaggi virtuali.

Questo innovativo strumento consente di generare movimenti labiali perfettamente sincronizzati con l’audio con capacità visive affettive (VAS – visual affective skills), catturando una vasta gamma di espressioni facciali e movimenti naturali della testa, che contribuiscono a rendere la produzione più autentica.

Il modello di Microsoft accetta segnali opzionali come condizione, tra cui la direzione dello sguardo principale e le emozioni, permettendo un controllo più preciso sul comportamento dell’avatar generato. Inoltre, è in grado di gestire una varietà di input, inclusi audio di lunghezza arbitraria e foto artistiche, garantendo flessibilità.

VASA-1 sfrutta un algoritmo che combina l’immagine di partenza con la traccia audio disponibile e, eventualmente, anche con alcuni parametri relativi all’espressività umana, conferendo al soggetto la giusta espressività. Ciò rende i video generati estremamente realistici e vivaci, con movimenti facciali naturali e la possibilità di controllare diversi aspetti della generazione, come la direzione dello sguardo e le espressioni facciali.

Microsoft VASA-1 può creare contenuti di vario genere, inclusi soggetti che cantano o parlano in altre lingue, nonostante non sia stato specificamente addestrato per tali scopi. L’addestramento è stato effettuato utilizzando migliaia di immagini e una vasta gamma di espressioni facciali.

Grazie alla sua efficienza, VASA-1 può produrre fotogrammi video con dimensioni di 512×512 pixel a 45 fps nella modalità di elaborazione batch offline e fino a 40 fps nella modalità di streaming online, con una media di 2 minuti per produrre video utilizzando una GPU Nvidia RTX 4090.

Pur riconoscendo il potenziale positivo della tecnologia, Microsoft è consapevole dei rischi derivanti dal suo possibile uso improprio e si impegna a sviluppare e utilizzare l’IA in modo responsabile ed ha dichiarato che non rilascerà nessuna demo online, un’API o ulteriori dettagli di implementazione fino a quando non sarà certa che la tecnologia potrà essere utilizzata in modo responsabile e conforme alle normative vigenti.

Con VASA, Microsoft entra ufficialmente in competizione con i modelli di generazione video delle concorrenti, ricordiamo infatti che lo scorso febbraio sia Google che OpenAI avevano già introdotto i loro modelli di IA che generavano video, rispettivamente Lumière e Sora. Questi servizi avevano sorpreso e preoccupato subito per la qualità che riuscivano ad ottenere. Ora è Vasa-1 a suscitare meraviglia e timore. C’è una differenza sostanziale nei servizi offerti dalle aziende: mentre Sora e Lumiere sono in grado di generare un video da zero partendo da un semplice testo, Vasa-1 può produrre un video partendo da un’immagine.

Morto il filosofo Daniel Dennett, preoccupato dalla fragilità della società e dall’intelligenza artificiale

Daniel C. Dennett, uno dei filosofi americani più influenti e discussi del XXI secolo, è morto venerdì scorso, 19 aprile, a Portland, nel Maine ed ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della filosofia e oltre.

La sua vita e il suo lavoro sono stati caratterizzati da una profonda esplorazione di temi complessi, dalla coscienza al libero arbitrio, dalla religione alla biologia evoluzionistica.

Nato e cresciuto a Beirut, in Libano, Dennett portava con sé un’esperienza multiculturale che ha influenzato profondamente il suo pensiero.

Ciò che distingue Dennett è la sua capacità di comunicare concetti filosofici complessi in modo accessibile e persino giocoso, rendendo la filosofia più accessibile a un vasto pubblico attraverso oltre 20 libri e numerosi saggi. La sua scrittura è stata descritta come chiara, vivace e coinvolgente, permettendo agli individui di tutte le sfere della vita di affrontare temi filosofici con un nuovo livello di comprensione.

Una delle sue idee più rivoluzionarie riguarda la natura della mente umana. Dennett ha sfidato la concezione tradizionale della mente come entità separata, proponendo invece un modello secondo cui la mente è il prodotto di processi algoritmici del cervello, simili a un computer.

Questa visione ha enormi implicazioni per il nostro modo di comprendere la coscienza, il libero arbitrio e persino la natura stessa dell’identità umana.

Daniel C. Dennett è stato anche uno dei primi filosofi a porre l’accento sui rischi associati all’intelligenza artificiale e alla disinformazione, esprimendo preoccupazione per l’abuso potenziale di questa tecnologia, avvertendo che potrebbe minare la fiducia fondamentale che sostiene le nostre istituzioni sociali. Ha sollevato l’allarme sul pericolo che le IA possano essere utilizzate per diffondere disinformazione e manipolare le nostre convinzioni, mettendo così a rischio la stessa società umana.

Nel  dicembre scorso, durante un’intervista alla BBC, il filosofo, aveva condiviso le sue preoccupazioni riguardo all’intelligenza artificiale.

Dennett ha avvertito: “Se trasformiamo questa meravigliosa tecnologia di cui disponiamo per la conoscenza in un’arma di disinformazione, saremo in grossi guai”, esprimendo il timore che tale scenario potrebbe portare a una perdita di fiducia nella società, poiché “non sapremo quello che sappiamo, e non sapremo di chi fidarci, e non sapremo se siamo informati o disinformati”.

Contrariamente alla tradizione filosofica secolare, Dennett riteneva che non abbiamo una conoscenza speciale sul funzionamento della nostra mente: questo concetto diventa particolarmente rilevante quando si considera l’intelligenza artificiale generativa, in grado di creare repliche umane convincenti che sfidano le nostre concezioni di identità e realtà.

Il filosofo ha sollevato preoccupazioni ed ha osservato che, con soli 30 secondi di video, gli algoritmi possono creare repliche artificiali di individui e fargli dire qualsiasi cosa. Questa manipolazione potrebbe influenzare le nostre decisioni quotidiane e distorcere le nostre percezioni più profonde.

Secondo il filosofo l’aspetto più preoccupante risiede nell’ossessione che gli uomini hanno di voler rendere l’intelligenza artificiale sempre più umana.

In un articolo pubblicato sul The Atlantic lo scorso 16 Maggio aveva affermato: “La creazione di persone digitali contraffatte rischia di distruggere la nostra civiltà. La democrazia dipende dal consenso informato (non disinformato) dei governati. Consentendo alle persone, alle aziende e ai governi più potenti economicamente e politicamente di controllare la nostra attenzione, questi sistemi ci controlleranno. Le persone contraffatte, distraendoci e confondendoci e sfruttando le nostre paure e ansie più irresistibili, ci condurranno in tentazione e, da lì, ad accettare la nostra sottomissione. Le persone contraffatte ci convinceranno ad adottare politiche e convinzioni che ci renderanno vulnerabili a ulteriori manipolazioni. Oppure semplicemente spegneremo la nostra attenzione e diventeremo pedine passive e ignoranti. Questa è una prospettiva terrificante.”

È evidente che per Dennett, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per creare imitazioni umane ha già posto l’umanità su una traiettoria pericolosa. la diffusione su larga scala di tali entità costituirebbe “vandalismo sociale” che richiede inevitabilmente un intervento legislativo.

Questo perché, se riuscissimo a creare rappresentazioni digitali convincenti delle persone a nostro piacimento, metteremmo a rischio l’intera capacità di valutare le pretese, le esperienze e le azioni degli altri, oltre alle infrastrutture sociali.

La modalità con la quale si è svolta la campagna elettorale Indiana potremmo affermare che sia esattamente ciò che aveva anticipato il filosofo.

Un altro rischio correlato all’intelligenza artificiale esposto dal filosofo riguarda la sua potenziale capacità di superare la mente umana.

Dennett sosteneva che le menti umane sono il risultato di un insieme di moduli incomprensibili, composti da componenti più primitivi, collegati in modo ininterrotto alle prime forme di vita.

Questo implica che, in linea di principio, nulla impedisca agli algoritmi dell’intelligenza artificiale di avvicinarsi o addirittura superare le nostre capacità, né impedisca agli esseri umani di potenziare e riprogettare le loro menti attraverso mezzi artificiali.

I successi ottenuti dalle moderne IA, che vanno dall’abilità linguistica e la capacità nei giochi come gli scacchi fino alla capacità di superare esami legali e medici, confermano la tesi di Dennett, è probabile che in futuro le IA “evolvano per farsi riprodurre”, e quelle che lo faranno meglio saranno i manipolatori più abili degli esseri umani.

Questo processo, secondo il filosofo, avverrà senza alcuna intenzione e rappresenterà una forma di selezione naturale del software.

Ciò che potrebbe destare maggiore preoccupazione è che, secondo le prospettive di Dennett, questo processo avverrà senza alcuna intenzione da parte delle IA, suggerendo che l’evoluzione dell’intelligenza artificiale potrebbe avvenire in modo autonomo e imprevedibile.

La difficoltà dell’uomo nel riconoscere e differenziare la verità dalle bugie lo rendono tanto vulnerabile considerando il futuro che si prospetta.

Dennett ha affermato che: “fidarsi l’uno dell’altro, avere progetti a lungo termine, viaggiare liberamente, crescere famiglie, vivere con pochissima paura” è stato conquistato dall’umanità con tanta fatica e con questi strumenti lo stiamo mettendo a rischio.

La civiltà, ha detto Dennett, “è più fragile di quanto pensassimo e dovremmo preservarla, davvero, a tutti i costi”.

La guerra tra USA e Cina si sposta su TikTok

La notizia ha avuto molta attenzione anche nei media mainstream ma occorre riportarla anche per le finalità di documentazione di questa newsletter e per la sua rilevanza per ciò che attiene al mondo dell'informazione.

Mercoledì, 24 aprile il presidente Joe Biden ha firmato una legge che potrebbe portare a un blocco di TikTok negli Stati Uniti.

Questa decisione legislativa è parte di un pacchetto normativo più ampio che include anche l’approvazione di aiuti militari per nazioni come Ucraina, Israele e Taiwan, sottolineando così il contesto geopolitico complesso in cui si colloca il problema di TikTok.

Al centro delle preoccupazioni vi sono soprattutto la sicurezza dei dati e la possibile manipolazione dei contenuti da parte del governo cinese in America, ricordando che ByteDance, la società madre di TikTok, ha sede proprio in Cina.

Nonostante non siano ancora emerse prove concrete di tale comportamento da parte di TikTok, il sospetto di un utilizzo improprio delle informazioni personali e di una censura dei contenuti rimane presente.

La legge richiede a ByteDance di cedere la sua partecipazione in TikTok entro nove mesi, altrimenti l’app sarà bloccata negli Stati Uniti.

Nonostante la pressione politica, ByteDance ha ribadito di non avere intenzione di vendere la piattaforma di social media.

Il CEO dell’azienda Shou Zi Chew ha detto agli utenti: “State tranquilli: non andremo da nessuna parte”.

“Siamo fiduciosi e continueremo a lottare per i vostri diritti nei tribunali”, ha aggiunto. “I fatti e la Costituzione sono dalla nostra parte e ci aspettiamo di prevalere”.

ByteDance ha dichiarato giovedì, che non aveva intenzione di vendere TikTok, in risposta a un articolo di The Information secondo cui ByteDance sta esplorando scenari per la vendita delle attività statunitensi di TikTok senza l’algoritmo che raccomanda video agli utenti TikTok.

Gli algoritmi su cui TikTok fa affidamento per le sue operazioni sono considerati fondamentali per le operazioni complessive di ByteDance, il che renderebbe altamente improbabile una vendita dell’app con algoritmi, hanno affermato fonti vicine alla società madre.

Tuttavia, prima che la legge entri in vigore, è probabile che si verifichino ricorsi legali e negoziati in corso, che potrebbero ritardare ulteriormente l’attuazione effettiva della legge.

Le reazioni alla mossa legislativa sono state contrastanti: da una parte, ci sono coloro che la sostengono come necessaria per proteggere la sicurezza nazionale e la privacy dei cittadini americani, mentre dall’altra ci sono coloro che la vedono come un attacco alla libertà di espressione.

L’ex presidente Trump ha espresso opinioni discordanti sulla questione, opponendosi alla misura nonostante fosse favorevole al blocco di TikTok quando era alla Casa Bianca.

Personalità come Elon Musk hanno espresso sostegno a TikTok, sottolineando l’importanza della libertà di espressione e della diversità nel panorama dei social media.

Nel frattempo anche la Commissione europea ha minacciato di sospendere alcune funzioni dell’app cinese.

La preoccupazione principale di Bruxelles riguarda i potenziali rischi per la salute mentale degli utenti, in particolare per i minori. Il programma a premi implementato potrebbe infatti promuovere una dipendenza dall’app e causare danni significativi alla salute mentale degli utilizzatori.

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