L’uso di questi strumenti in alcuni ambiti, come quello giornalistico, permette di migliorare la qualità e l’affidabilità del lavoro, dando la possibilità di verificare in modo più semplice e rapido immagini e informazioni.
- Il primo strumento, denominato “About this image“, introdotto all’inizio dell’anno è ora ufficialmente disponibile per gli utenti di lingua inglese in tutto il mondo. Questa funzionalità offre agli utenti la possibilità di esplorare la storia, l’utilizzo e i metadati di un’immagine. Permette di verificare quando un’immagine è stata vista per la prima volta da Google, come viene utilizzata su altri siti web e se ha subito modifiche attraverso l’intelligenza artificiale.
- Il secondo tool, Fact Check Explorer strumento presente già dal 2019, opera similmente a un motore di ricerca convenzionale che, inserendo termini di ricerca quali parole chiave, temi specifici, nomi di personalità note o citazioni dirette, da la possibilità di effettuare una ricerca tra unicamente articoli verificati di fact-checking.
Fact Checker è stato ampliato per includere una funzione di ricerca di immagini. Questo potente strumento offre ai giornalisti e ai fact-checkers un metodo più preciso per analizzare immagini e argomenti, consentendo loro di caricare o copiare l’URL di un’immagine e verificare se è stata presentata in una verifica dei fatti esistente. L’obiettivo? Ridurre i tempi di verifica e fornire informazioni precise e tempestive.
In risposta alle richieste della comunità di fact-checking, Google ha anche annunciato un’interfaccia di programmazione (API) per Fact Check Explorer. Questa funzione consentirà una migliore integrazione con soluzioni interne di verifica dei fatti, accelerando ulteriormente il processo di verifica.
- L’ultimo strumento, noto come Search Generative Experience, utilizza l’intelligenza artificiale generativa per fornire descrizioni approfondite delle fonti online. Questo aiuta gli utenti a ottenere un quadro chiaro e affidabile delle informazioni, soprattutto quando non sono disponibili sintesi esistenti da fonti note come Wikipedia o il Google Knowledge Graph.
Secondo uno studio del 2023 condotto dal Poynter Institute, il 70% dei partecipanti ha espresso incertezza sulla capacità di determinare l’autenticità delle immagini online. Con l’introduzione di questi strumenti, Google mira a ristabilire la fiducia e a fornire un mezzo per navigare nel vasto mondo delle informazioni digitali con maggiore sicurezza e consapevolezza.