Consiglio svizzero della stampa e nuove linee direttrici su IA e giornalismo

I sistemi di intelligenza artificiale generativa sono in grado di produrre contenuti (testi, immagini, suoni) molto convincenti e simili alla realtà e il loro utilizzo si sta sempre più intensificando, anche nel giornalismo.

riunione di un consiglio svizzero

Tempo di lettura:

3 minuti


La legge svizzera non prevede un’istituzione di tipo ordinistico analoga al nostrano Ordine dei giornalisti con poteri di sorveglianza ed ammonimento con valore anche sostanziale (tra i poteri dell’Ordine, in un articolato procedimento, si può giungere alla radiazione del giornalista e quindi alla sua impossibilità di proseguire nella professione): in quel paese vige un sistema di autoregolamentazione, principalmente di natura etica e deontologica, che fa capo aI Consiglio svizzero della stampa.

Il Consiglio svizzero della stampa tutela la libertà di stampa e di espressione e vuole incentivare la riflessione su questioni etiche riguardanti i media: In Svizzera giornalisti e pubblico dei lettori possono ricorrere al Consiglio che può decidere rispetto alla validità di un articolo e la sua diffusione sui media, garantendo che non violi il codice giornalistico.

Lo scorso 6 marzo, l’organo di autoregolamentazione della stampa svizzera ha pubblicato le “linee direttrici” sull’approccio giornalistico all’intelligenza artificiale (AI), approvate nella riunione plenaria del 17 gennaio 2024.

Nella redazione di queste indicazioni normative il Consiglio ha ritenuto che i principi basilari per la regolamentazione dell’uso degli strumenti di IA fossero già ricompresi all’interno della “Dichiarazione dei doveri e dei diritti dei giornalisti” (anche Codice deontologico). Pertanto, partendo da questa osservazione, le linee sono state redatte in forma concisa e adatta all’uso quotidiano, basandosi sull’esperienza di professionisti qualificati, poiché le tre camere che compongono il Consiglio, comprendono giornalisti di tutti i media, da Tamedia, NZZ, Ringier, CH Media, RSI/RTR, «Le Temps» a «Republik» e WOZ.

Le linee direttrici si concentrano in particolare sui programmi d’IA generativa, tant’è che nella introduzione delle stesse direttrici si indica che: «[…] i programmi d’IA generativa sono in grado di produrre contenuti verosimili (testi, immagini, suoni) con un effetto fortemente realistico. I giornalisti devono quindi essere attenti e cauti nell’utilizzo di questi programmi, in modo da garantire un giornalismo veritiero.»

Le direttrici, che di seguito riportiamo integralmente, sono sei e, ove indicato, riferiscono direttamente alla” Dichiarazione dei doveri e dei diritti dei giornalisti”:

  1. Nel caso di testi, immagini, audio, video e altri elementi generati artificialmente, i giornalisti e le redazioni sono sempre responsabili in ultima istanza del rispetto degli standard etico-professionali. I testi o le porzioni di testo generati con l’ausilio di programmi d’IA devono quindi venir utilizzati con cautela e consapevolezza, e prima della pubblicazione devono venir rigorosamente controllati in base ai consueti criteri giornalistici (veridicità, accuratezza, affidabilità). Il metodo di lavoro giornalistico rimane il medesimo anche quando vengono utilizzati programmi d’IA: si basa sulla ricerca della verità e richiede una corretta gestione delle fonti.
  1. I contenuti creati con l’aiuto di un programma d’IA devono essere segnalati come tali. A questo proposito, il Consiglio della stampa raccomanda la massima trasparenza possibile. Le redazioni devono indicare esplicitamente dove e come utilizzano gli strumenti d’IA.
  2. Le fonti su cui si basa il contenuto generato artificialmente devono essere note, valutate e citate come in un contributo giornalistico «tradizionale».
  1. Immagini, suoni o video generati artificialmente non devono mai essere fuorvianti o causare confusione per la loro somiglianza con la realtà.
  1. Non si possono inserire nei programmi d’IA dati riservati, personali o comunque sensibili, ove non sia garantito il controllo sul loro ulteriore utilizzo. Viceversa, occorre verificare se l’uso dei dati personali forniti dai programmi d’IA è consentito.
  1. Devono venir rispettati i diritti d’autore. I contenuti (testi, immagini, audio, video e altri elementi) che un programma d’IA prende da fonti esistenti devono essere citati nella pubblicazione secondo i criteri abituali.

In calce alle linee direttrici, il Consiglio della stampa, considerando la rapida evoluzione di queste tecnologie, si impegna a rivedere regolarmente le proprie linee guida e direttive (doveri e diritti), adattandole se necessario.