Mira Murati, Chief Technology Officer di OpenAI, ha rilasciato un’intervista al Wall Street Journal per discutere il nuovo modello di intelligenza artificiale generativa, Sora, modello di intelligenza artificiale generativa dell’azienda che trasforma istruzioni di testo e immagini fisse in video, lanciato dall’azienda a febbraio.

Durante l’intervista, la CTO ha affrontato diverse questioni riguardanti il funzionamento di Sora e le implicazioni dell’IA. Tra i temi discussi è emersa la possibile data di lancio al pubblico, i costi del prodotto e l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla disinformazione.

Inizialmente, l’accesso a questa tecnologia è stato limitato a un gruppo selezionato di artisti visivi, designer e registi. Tuttavia, alcuni dei video generati da Sora hanno suscitato notevole interesse e sono stati pubblicati su piattaforme come X.

Murati ha dichiarato che Sora sarà reso disponibile al pubblico entro la fine del 2024 e che OpenAI prevede di aggiungere funzionalità audio per rendere le scene generate ancora più realistiche. L’azienda sta anche lavorando per consentire agli utenti di modificare il contenuto dei video prodotti da Sora.

Nonostante le potenzialità della tecnologia, sorgono preoccupazioni riguardo al suo possibile uso improprio per diffondere disinformazione e contenuti falsi. Murati ha confermato che, al momento del lancio pubblico, Sora probabilmente non sarà in grado di generare immagini di personaggi pubblici, seguendo le stesse politiche adottate per DALL-E, il modello di intelligenza artificiale text-to-image di OpenAI.

Inoltre, ha specificato che i video generati da Sora saranno contrassegnati con una filigrana per distinguerli dai contenuti reali, soluzione purtroppo non sempre efficace.

L’azienda si impegna a rendere Sora accessibile a un prezzo simile a quello di DALL-E, nonostante Murati abbia ammesso che Sora è “molto più costoso” in termini di energia.

“Questi sono strumenti pensati per ampliare le possibilità creative dell’uomo. I ruoli cambieranno, ma alla fine l’economia globale ne trarrà vantaggio”, ha sottolineato la CTO. Ma, ad una domanda diretta dell’intervistatrice, sui dati utilizzati per l’addestramento di Sora, la Murati è risultata impreparata ed evasiva nella risposta, liquidando poi la giornalista dicendo: “Non entrerò nei dettagli, ma si tratta di dati disponibili pubblicamente o concessi in licenza”.

Questa mancanza di trasparenza solleva delle preoccupazioni, specialmente considerando che il garante per la privacy italiano ha avviato un’istruttoria su come OpenAI addestri l’algoritmo di Sora e quali dati degli utenti vengano utilizzati ed elaborati. Resta da vedere come evolverà questa questione e quali saranno le implicazioni per l’azienda.