La disinformazione online è fonte crescente di preoccupazione per la società. In un mondo dove le notizie viaggiano alla velocità della luce, è facile imbattersi in informazioni false, che possono influenzare le nostre opinioni e decisioni. Nel giugno 2024, l’International Panel on the Information Environment (IPIE), ha intervistato 412 ricercatori accademici di 66 paesi, impegnati nel campo delle scienze sociali, umanistiche e informatiche, sullo stato dell’ambiente informativo globale, che secondo Philip Howard, co-fondatore dell’IPIE, risulta essere in un” momento critico”.
I proprietari dei social media, i governi e i politici rappresentano le principali minacce alla diffusione di disinformazione online, a causa del loro potere nel gestire i contenuti delle piattaforme.
Il report, non menziona i proprietari di specifiche piattaforme, tuttavia un esempio calzante è quello di Elon Musk che, sulla sua piattaforma X, ha provveduto a modificare l’algoritmo del feed, riuscendo a potenziare i suoi tweet, rendendoli prevalenti sulla sua piattaforma. La modifica è avvenuta a seguito della pubblicazione di un tweet da parte di Joe Biden, che aveva ottenuto il triplo delle impressioni rispetto al post di Musk.
Gli esperti sono stati intervistati anche sull’impatto attuale e futuro dell’intelligenza artificiale generativa, percepita sia come fonte di preoccupazione che di speranza. In particolare, due terzi degli intervistati ritengono che i video, le voci, le immagini e i testi generati dall’IA abbiano avuto un impatto negativo sull’ambiente informativo globale, e il 53% prevede che nei prossimi cinque anni questi effetti peggioreranno.
La maggior parte degli esperti (63%) teme che l’IA perpetui pregiudizi, amplifichi le molestie e aggravi il problema della disinformazione. Tuttavia, una larga maggioranza (67%) è fiduciosa che l’IA generativa migliorerà il rilevamento dei contenuti, faciliterà il giornalismo e rafforzerà la comunicazione.
Per migliorare l’ambiente informativo, gli esperti propongono diverse soluzioni. Innanzitutto, sostengono la creazione di media indipendenti, liberi da influenze politiche o commerciali. Inoltre, ritengono fondamentali le campagne di educazione digitale per aiutare le persone a riconoscere le fake news. Infine, propongono norme più stringenti per garantire la trasparenza e l’accuratezza delle informazioni online.