the new york times

Proteggere i whistle-blowers dell’IA

Di |2024-06-06T10:18:54+02:005 Giugno , 2024|Etica e Normativa, Giornalismo, Giornalismo e IA, Intelligenza Artificiale, News|

Un nuovo longform del New York Times svela le motivazioni dietro una lettera aperta di un gruppo di attuali ed ex dipendenti di OpenAI che chiedono alle aziende di intelligenza artificiale, incluso il produttore di ChatGPT, di implementare protezioni più forti per i dipendenti che segnalano rischi legati alla tecnologia AI. L’obiettivo della lettera sarebbe di garantire che i ricercatori, in veste di whistle-blowers, possano avvisare sui pericoli senza timore di ritorsioni. È sempre molto alto il livello di interesse da parte del NYT nei confronti di OpenAI verso cui, ricordiamo, ha intentato una importante causa per violazione del copyright per aver addestrato i propri modelli con i dati e gli articoli del giornale senza alcuna autorizzazione.

USA: proposta di legge per risolvere le questioni del copyright nei modelli di IA

Di |2024-04-22T13:36:07+02:0015 Aprile , 2024|Articoli, Intelligenza Artificiale, News|

Il dibattito sull'utilizzo di contenuti protetti da copyright nell'ambito della formazione sull'intelligenza artificiale è sempre molto acceso, inoltre è accompagnato dall'incertezza sui fonti di dati utilizzate dall'intelligenza artificiale. La settimana scorsa un deputato degli Stati Uniti, Adam Schiff ha presentato il "Generative AI Copyright Disclosure Act", una proposta di legge che richiederebbe alle aziende di intelligenza artificiale di identificare chiaramente ogni opera protetta da copyright nei loro set di dati. Schiff ha sottolineato l'importanza di bilanciare il potenziale rivoluzionario dell'intelligenza artificiale con la necessità di linee guida etiche.

Al Financial Times il lettore chiede e l’IA risponde

Di |2024-04-05T13:59:08+02:005 Aprile , 2024|Articoli, Intelligenza Artificiale, News|

L'approccio del Financial Times all'intelligenza artificiale si distingue da quello di altre testate giornalistiche: ha infatti da sempre adottato un atteggiamento aperto verso questa nuova tecnologia. Poche settimane fa in un articolo della nostra newsletter avevamo riportato le dichiarazioni del CEO John Ridding che aveva affermato: "Stiamo promuovendo massicciamente l'adozione e l'alfabetizzazione dell'IA in tutta l'organizzazione del FT. Stiamo sviluppando una gamma di prodotti e servizi basati sull'intelligenza artificiale per i nostri lettori: strumenti per interrogare le notizie e gli archivi del FT, ricerca semantica, riepiloghi, e trasformazione audio delle nostre storie". In linea con queste parole pochi giorni fa il Financial Times ha introdotto il suo primo strumento di intelligenza artificiale: Ask FT, un nuovo chatbot IA generativo capace di rispondere alle domande degli abbonati.

SØØn – Newsletter n°9 del 23 febbraio 2024

Di |2024-03-08T14:48:13+01:001 Marzo , 2024|Riepiloghi|

Gli argomenti trattati questa settimana sono: - Google vuole salvare o uccidere il giornalismo? - 725 siti pubblicano fake news artificiali - Parola d’ordine: open source - La persuasione occulta con l’IA: una ricerca statunitense - The New York times investe ancora sull’IA - Gemini è razzista? Google blocca la produzione delle immagini - Continua la battaglia legale tra OpenAI e Il The New York Times

The New York times investe ancora sull’IA

Di |2024-03-08T14:36:44+01:001 Marzo , 2024|Articoli, Etica e Normativa, Tecnologia e applicazioni|

Secondo quanto riferito dai dirigenti del giornale statunitense Axios, Il The New York Times testerà l'impiego dell'IA generativa per assistere gli inserzionisti nella selezione dei migliori spazi editoriali per i loro messaggi promozionali. L'obiettivo è ottimizzare l'efficacia delle campagne pubblicitarie e raggiungere con maggiore precisione i potenziali consumatori. Il progetto, in fase di sviluppo dalla seconda metà del 2024, coinvolgerà un gruppo selezionato di investitori pubblicitari, con i primi casi studio che saranno monitorati internamente dal giornale. Joy Robins, responsabile globale della pubblicità del Times, ha commentato: "Questo dimostra chiaramente che crediamo che l'IA generativa sia un fattore abilitante e possa essere un elemento efficace per la nostra attività se utilizzato in modo responsabile".

Continua la battaglia legale tra OpenAI e Il The New York Times

Di |2024-03-08T14:36:56+01:001 Marzo , 2024|Articoli, Giornalismo e IA|

Lo scorso dicembre, il The New York Times ha avviato azioni legali contro OpenAI e il suo principale finanziatore, Microsoft, accusandoli di sfruttare milioni dei suoi articoli senza autorizzazione per addestrare chatbot destinati a fornire informazioni agli utenti. In una dichiarazione presentata lunedì presso il tribunale federale di Manhattan, OpenAI ha chiesto ad un giudice federale di archiviare alcune parti della causa sul copyright del giornale contro di essa, sostenendo che il NYT ha hackerato il suo chatbot ChatGPT e altri sistemi di intelligenza artificiale per generare delle prove valide da utilizzare per il caso. “Le accuse contenute nella denuncia del Times non soddisfano i suoi famosi e rigorosi standard giornalistici. La verità, che verrà fuori nel corso di questo caso, è che il Times ha pagato qualcuno per hackerare i prodotti OpenAI"

SØØn – Newsletter n°8 del 23 febbraio 2024

Di |2024-03-08T14:48:51+01:0023 Febbraio , 2024|Riepiloghi|

Gli argomenti trattati questa settimana sono: - La visione sull’IA del The New York Times - Le controversie sul copyright nell’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale - IA e disinformazione: 20 big tech firmano un accordo a Monaco - Reddit vende i dati degli utenti all’IA - Anche OpenAI ha il suo text to video: nasce Sora

La visione sull’IA del The New York Times

Di |2024-03-08T14:37:24+01:0023 Febbraio , 2024|Articoli, Giornalismo e IA|

«Riesci a immaginare un mondo in cui ogni articolo che produciamo è tradotto in tutte le lingue della Terra? Possiamo ed è emozionante. Riesci a immaginare un mondo in cui ogni articolo che scriviamo viene automaticamente trasformato in audio e ogni podcast che creiamo viene automaticamente trasformato in testo? Possiamo ed è emozionante. Renderà il nostro giornalismo più accessibile a più persone che mai.» Sono queste alcuni dei concetti espressi da A.G. Sulzberger, editore del The New York Times, in un’intervista esclusiva rilasciata al Reuters Institute for the Study of Journalism curata dal giornalista Eduardo Suarez. Concetti e parole che prefigurano una nuova strada per l’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle redazioni, superando le paure emozionali e i determinismi tecnologici.

Ricavi da abbonamenti al primo posto per News Corp e The New York Times, ma adesso si punta all’IA

Di |2024-03-08T14:50:29+01:009 Febbraio , 2024|Articoli, Giornalismo e IA|

Il settore dell'editoria ha subito notevoli trasformazioni nell'ultimo decennio, principalmente a causa della crescita del digitale e del crollo della carta come modello di business e come fonte primaria di entrate. Le pubblicazioni tradizionali si sono trovate ad affrontare sfide senza precedenti nel mantenere la redditività e coinvolgere il pubblico in un contesto caratterizzato da una competizione online sempre più agguerrita. Il passaggio dai formati cartacei a quelli digitali, la ricerca di nuovi modelli di business sostenibili nel lungo termine e la diversificazione delle fonti di reddito sono diventati imperativi per la sopravvivenza e la crescita nel settore. Uno dei cambiamenti più significativi è stato il graduale passaggio dalla dipendenza dalla pubblicità alla generazione di entrate attraverso gli abbonamenti online.

Problemi dell’intelligenza artificiale per le redazioni locali

Di |2024-03-08T14:51:01+01:002 Febbraio , 2024|Articoli, Giornalismo e IA|

Abbiamo spesso affrontato l'impatto dell'intelligenza artificiale nell’ecosistema dell’informazione, con particolare riferimento alle testate mainstream. Tale impatto è altrettanto complesso per le testate locali, come ricorda un articolo del Poynter. Come sappiamo i modelli linguistici avanzati richiedono una vasta quantità di dati per funzionare in modo ottimale, raccolta che diventa problematica nel contesto delle notizie locali, dove le informazioni sono spesso limitate. La scarsità di dati lascia inoltre emergere dubbi sulla possibile efficacia dei modelli, poiché potrebbero risultare limitati nella comprensione delle sfumature e delle peculiarità delle comunità locali. Un po’ la difficoltà che abbiamo “noi” umani nel comprendere le sfumature dei contesti di linguaggi stranieri.

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