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Il dibattito sull’utilizzo di contenuti protetti da copyright nell’ambito della formazione sull’intelligenza artificiale è sempre molto acceso, inoltre è accompagnato dall’incertezza sui fonti di dati utilizzate dall’intelligenza artificiale.

La settimana scorsa un deputato degli Stati Uniti, Adam Schiff ha presentato il “Generative AI Copyright Disclosure Act“, una proposta di legge che richiederebbe alle aziende di intelligenza artificiale di identificare chiaramente ogni opera protetta da copyright nei loro set di dati.

Schiff ha sottolineato l’importanza di bilanciare il potenziale rivoluzionario dell’intelligenza artificiale con la necessità di linee guida etiche. “Dobbiamo salvaguardare i diritti dei creatori mentre promuoviamo l’innovazione nel campo dell’intelligenza artificiale”, ha affermato. “Questo progetto di legge mira a garantire che i creatori siano pienamente consapevoli del ruolo che il loro lavoro svolge nei set di dati di addestramento dell’intelligenza artificiale, rispettando così la creatività in questa nuova era tecnologica”.

Se il Generative AI Copyright Disclosure Act dovesse essere approvato, le società di IA sarebbero tenute a registrare tutte le opere protette da copyright nei loro dati almeno 30 giorni prima di mettere in commercio un nuovo strumento di intelligenza artificiale basato su tali dati. Inoltre, dovrebbero retroattivamente fornire le stesse informazioni per tutti gli strumenti già esistenti e aggiornare tali informazioni in caso di modifiche significative nei set di dati. In caso di mancato rispetto di tali disposizioni, sarebbero previste sanzioni pecuniarie, commisurate alle dimensioni dell’azienda e alle violazioni passate.

L’ambiguità nell’utilizzo dei dati da parte delle grandi aziende del settore dell’IA è stata messa in luce da un’intervista rilasciata a marzo da, Mira Murati, CTO di OpenAI la quale ha ammesso incertezza sulle fonti da cui lo strumento Sora attinga i dati.

Oltre a garantire maggiore trasparenza nell’uso dei materiali protetti da copyright, Il disegno di legge potrebbe anche fornire alle aziende e agli artisti un quadro più chiaro quando si esprimono contro o fanno causa per violazione del copyright, un evento abbastanza comune. Prendiamo il The New York Times, che ha citato in giudizio OpenAI e Microsoft per aver utilizzato i suoi articoli per addestrare chatbot senza accordo o compenso, o Sarah Silverman, che insieme ad altri autori hanno citato in giudizio OpenAI e Meta per aver utilizzato i loro libri e altri lavori per addestrare i loro modelli di intelligenza artificiale.

Il disegno di legge di Schiff ha ricevuto il sostegno di numerose organizzazioni e sindacati dell’industria dell’intrattenimento, tra cui la Recording Industry Association of America, i Professional Photographers of America, la Director’s Guild of America e la Screen Actors Guild-American Federation of Television and Artisti radiofonici.

Tale proposta inoltre arriva in un momento dove gli stessi artisti delle opere che sembrerebbero essere presenti nei dati di addestramento si stavano mobilitando: più di 200 artisti musicali di spicco hanno sottoscritto una lettera aperta chiedendo maggiori protezioni contro l’intelligenza artificiale e auspicando che le aziende evitino lo sviluppo di strumenti che possano compromettere o sostituire il lavoro degli artisti musicali e dei cantautori.