IMMAGINE REALIZZATA CON IA MIDJOURNEY

L’approccio del Financial Times all’intelligenza artificiale si distingue da quello di altre testate giornalistiche: ha infatti da sempre adottato un atteggiamento aperto verso questa nuova tecnologia.

Poche settimane fa in un articolo della nostra newsletter avevamo riportato le dichiarazioni del CEO  John Ridding che aveva affermato: “Stiamo promuovendo massicciamente l’adozione e l’alfabetizzazione dell’IA in tutta l’organizzazione del FT. Stiamo sviluppando una gamma di prodotti e servizi basati sull’intelligenza artificiale per i nostri lettori: strumenti per interrogare le notizie e gli archivi del FT, ricerca semantica, riepiloghi, e trasformazione audio delle nostre storie”.

In linea con queste parole pochi giorni fa  il Financial Times ha introdotto il suo primo strumento di intelligenza artificiale: Ask FT, un nuovo chatbot IA generativo capace di rispondere alle domande degli abbonati.

Similmente ai generici assistenti AI come ChatGPT, Copilot o Gemini, risponde alle richieste degli utenti, ma in questo caso possono attendersi risposte derivate solo ed esclusivamente da contenuti pubblicati e presenti negli archivi del Financial Times e quindi sulle specifiche tematiche al centro delle attività del giornale; ogni risposta generata da Ask FT include collegamenti ipertestuali alla fonte e fornisce riepiloghi delle informazioni utilizzate.

Attualmente, Ask FT è disponibile solo per alcune centinaia di abbonati al livello FT Professional ed è destinato a professionisti e istituzioni aziendali.

Il chatbot si basa su Claude, un modello linguistico di grandi dimensioni sviluppato da Anthropic, ma questa scelta potrebbe essere soggetta a cambiamenti futuri.

Lindsey Jayne, Chief Product Officer del FT, ha affermato: “Abbiamo condotto una serie di test interni e li abbiamo utilizzati per migliorare il modo in cui addestriamo il modello e scriviamo il codice. In questo primo gruppo di 500, stiamo monitorando ogni domanda e risposta, nonché il feedback degli utenti”.

La maggior parte degli abbonati dovrà ancora attendere per poter provare il chatbot, dato che Ask FT rimarrà in fase beta ancora fino alla fine dei test di valutazione.

Ma il giornale inglese non è l’unico in fase di cambiamento: il The New York Times ha infatti annunciato che con l’aiuto dell’intelligenza artificiale sarà presto anche in versione audio.

Quasi ad anticipare quest’innovazione A.G. Sulzberger, editore del The New York Times, in un’intervista, da noi approfondita,  aveva dichiarato a febbraio “Riesci a immaginare un mondo in cui ogni articolo che scriviamo viene automaticamente trasformato in audio e ogni podcast che creiamo viene automaticamente trasformato in testo? Possiamo ed è emozionante. Renderà il nostro giornalismo più accessibile a più persone che mai”.

Questa iniziativa mira a trasformare il New York Times in una delle principali aziende di news audio a livello globale, la voce narrante è stata sviluppata in collaborazione con un’azienda specializzata in intelligenza artificiale, la cui identità è rimasta riservata.

Il cambiamento è già in corso. A partire da questa settimana, il 10% del sito web sarà disponibile in formato audio per gli utenti dell’app del giornale. L’obiettivo è aumentare questa percentuale al 75%, includendo tutte le notizie pubblicate e le numerose app associate al giornale ha dichiarato Stephanie Preiss, vicepresidente e direttore generale della divisione audio e TV.

Inizialmente, gli articoli saranno narrati dalla stessa voce robotica, ma il Times spera di offrire in futuro un’esperienza personalizzata che potrebbe permettere agli utenti di scegliere lo stile di voce preferito o selezionare gli articoli da ascoltare.

Anche se la maggior parte dei testi sarà automatizzata, il giornale prevede che il 15-20% degli articoli audio sarà narrato dai giornalisti che li hanno scritti.