Il Financial Times l’anno scorso ha celebrato il suo 130° anniversario ad oggi conta più di 1,4 milioni di abbonati, di cui oltre 1 milione di abbonati digitali e, in una lunga intervista rilasciata a Nieman Lab dall’amministratore delegato del Financial Times, John Ridding, si evincono i profondi cambiamenti strutturali, finanziari ed economici che il giornale ha messo in atto.

Ricordiamo che molte testate giornalistiche, nel corso degli ultimi anni hanno dovuto modificare i propri modelli di business, riducendo le entrate pubblicitarie ed  incrementando gli abbonamenti per aumentare i propri ricavi e la propria indipendenza e sembra proprio che il FT ci sia riuscito: Ridding afferma infatti che il giornale è ai suoi massimi storici in termini di lettori e lettori paganti, avendo superato, lo scorso anno per la prima volta la soglia dei 500 milioni di sterline di ricavi, con 2,6 milioni di lettori paganti.

Oltre alla crescita del numero degli abbonati e quindi di entrate, è importante evidenziare come in un momento in cui sembra che le persone non siano più interessate all’ informazione, in questo caso è aumentato anche il coinvolgimento dei lettori, come afferma Ridding: “probabilmente la cosa più importante è che il coinvolgimento è cresciuto fortemente. In ciascuno degli ultimi cinque anni, il numero di lettori coinvolti è cresciuto a doppia cifra. Questo è ciò su cui siamo veramente concentrati. È una sfida particolare man mano che cresci e allarghi il tuo pubblico Coinvolgere i nuovi lettori tanto quanto i tuoi fedelissimi originali è una grande sfida. “

A fare la differenza in questo caso sono la qualità, l’originalità e il servizio offerti dal giornale. La chiave del successo è stata individuata Ridding su diversi fronti: “Uno è tecnologico e utilizza il tipo di intuizioni che si possono ottenere, dall’intelligenza artificiale per approfondire ulteriormente la connessione e il coinvolgimento con il proprio universo esistente.

Il secondo è geografico. Abbiamo fatto una spinta negli Stati Uniti dove abbiamo ampliato la nostra base di abbonati e, ancora una volta, soprattutto, abbiamo costruito il nostro impegno con quella base di abbonati. Abbiamo circa 280.000 abbonati, che rappresentano ora circa il 20% del totale globale. I nostri abbonati coinvolti sono aumentati fino a 125.000 e il nostro obiettivo per il 2025 è di 150.000.”

L’approccio del FT all’intelligenza artificiale risulta diverso da altri, infatti, mentre numerose testate giornalistiche hanno citato in giudizio le aziende di IA come OpenAI per questioni di licenze e copyright, Il Finacial Times dimostra un approccio molto aperto a questa nuova tecnologia ritenendo che sia necessario “abbracciare il cambiamento”.

L’amministratore delegato ha dichiarato: “Stiamo attuando una grande spinta per il coinvolgimento e l’alfabetizzazione dell’IA in tutto il FT. Nell’ultimo mese abbiamo reso ChatGPT e Google Duet, ora Gemini, disponibili per tutto il nostro staff “ – e non solo: “Stiamo incoraggiando e persino incentivando il nostro personale a trovare applicazioni utili. Stiamo sviluppando una gamma di prodotti e servizi basati sull’intelligenza artificiale per i nostri lettori: un modo di interrogare le notizie e gli archivi del FT, ricerca semantica, strumenti di riepilogo, articolazione audio delle nostre storie.”

Nonostante ci sia una visione potremmo dire ottimistica dell’IA, del cambiamento e dei nuovi strumenti da parte del Financial Times sono comunque emersi dubbi e preoccupazioni per l’ecosistema generale dell’editoria. Ridding ha infine affermato: “Penso che questo sia un altro momento decisivo nel rapporto tra mezzi di informazione e grande tecnologia e  che ci sia il rischio di disintermediazione. La realtà è che le grandi tecnologie e i social media non riescono, ancora una volta, a fare la cosa giusta. L’altra realtà è che i sistemi regolatori non sono adeguati. Con pochissime eccezioni, le grandi tecnologie e i social media non sono all’altezza delle loro responsabilità e, cosa più sorprendente, penso che non rispettino i loro interessi personali.”