IMMAGINE REALIZZATA CON IA MIDJOURNEY

Una delle maggiori criticità che l’Intelligenza Artificiale potrebbe portare al business delle notizie, non sarebbe la sostituzione del lavoro giornalistico umano bensì la “disintermediazione” che le piattaforme IA ed i motori di ricerca potrebbero operare laddove omettessero di reindirizzare i testi e le informazioni prodotte verso le fonti giornalistiche. Ne scrive questa settimana il The Wall Street Journal, raccontando di uno studio effettuato da una task force al The Atlantic, prestigiosa rivista americana.

Il gruppo di lavoro, verificato che circa il 40% del traffico web della rivista proviene dalle ricerche di Google, che restituiscono collegamenti su cui gli utenti fanno clic, ha rilevato che il 75% delle volte, la ricerca basata sull’intelligenza artificiale potrebbe fornire una risposta completa alla domanda di un utente senza rimandarlo all’articolo di provenienza e il sito di The Atlantic perderebbe il traffico che altrimenti avrebbe ottenuto.

Un tempo soltanto un’ipotesi, ora la minaccia è concreta. Google, dal mese di maggio, ha iniziato a sperimentare un nuovo prodotto basato sull’intelligenza artificiale, chiamato “Search Generative Experience”, con circa 10 milioni di utenti. L’azienda ha manifestato l’intenzione di implementare questa tecnologia nel nucleo del suo principale motore di ricerca.

Dopo la perdita di traffico referral proveniente dai social network, con un calo di oltre il 40%, dovuto alla scelta delle grandi piattaforme di non consentire più la pubblicazione degli snippet degli articoli dei giornali a seguito delle richieste economiche degli editori (come da Direttiva Copyright), ora gli editori si trovano a dover fronteggiare questa nuova minaccia.

Nonostante Google affermi che la forma finale del suo prodotto IA è lungi dall’essere definita ed abbia dichiarato che darà priorità all’invio di traffico agli editori, questi hanno stimato che perderanno tra il 20% e il 40% del traffico generato da Google se le risposte dell’IA dovessero essere esaustive e/o non rimandare ai siti di informazione.

Sempre il WSJ afferma che gli editori stanno richiedendo a Google garanzie che il loro traffico web non sarà compromesso dall’uso di strumenti di ricerca AI e richiedono un compenso per l’uso dei loro contenuti nella formazione di tali sistemi IA. Aziende editoriali come News Corp e il New York Times, che hanno già rapporti commerciali con Google, sono particolarmente preoccupate.

Come abbiamo scritto in precedenza, le case editrici News Corp e IAC (IAC=InterActiveCorp, un complesso mediatico proprietario, fra l’altro, dei marchi Expedia.com e TripAdvisor)  hanno espresso forte disappunto verso le compagnie che sviluppano intelligenza artificiale generativa per l’utilizzo non autorizzato dei loro contenuti editoriali senza compenso. Per questo, hanno adottato misure protettive e proposto accordi di condivisione delle entrate e la formazione di coalizioni per negoziare pagamenti.

Vedremo, certo è che, in attesa che le buone intenzioni diventino “fatti”, il gioco appare sempre più nelle mani delle piattaforme.