Apple e Google avrebbero stretto un accordo per incorporare l’intelligenza artificiale di Google Gemini nei prossimi iPhone, secondo quanto riportato da Bloomberg.

Questo consentirebbe ad Apple di offrire ai propri clienti funzionalità alimentate dall’intelligenza artificiale già con la prossima versione di iOS. L’azienda mira a introdurre funzionalità come la creazione di immagini e la scrittura di testi, rivoluzionando l’interazione degli utenti con i dispositivi e la creazione di contenuti, sia su dispositivi per operazioni di base sia nel cloud per compiti più complessi. Nell’accordo inoltre sarebbe previsto che Google diventi il motore di ricerca predefinito sul browser web Safari.

Concludere un accordo del genere permetterebbe quindi all’azienda di essere immediatamente competitiva, considerando che gran parte dei produttori di device mobili stanno implementando “in house” o con accordi terzi, tali tecnologie. Infatti, la società madre di Google, Alphabet, ha registrato un rialzo ieri al NASDAQ, chiudendo la giornata in crescita del 4,6%, a seguito del rapporto di Bloomberg.

Dall’altra parte, Google trarrebbe vantaggio dall’accordo attraverso un aumento significativo degli utenti per la propria IA: l’integrazione di Gemini negli iPhone potrebbe portare milioni di nuovi utilizzatori, posizionando probabilmente Gemini come il modello di IA più diffuso e utilizzato al mondo.

D’altra parte Apple è in ritardo nel campo dell’intelligenza artificiale rispetto ai suoi principali concorrenti come Alphabet e Microsoft, nonostante gli investimenti significativi confermati dal CEO Tim Cook come l’acquisto di numerose startup nel settore dell’IA.

Oltre Google, sembra che Apple abbia contattato anche OpenAI per esaminare l’uso dei suoi modelli nei propri dispositivi mobili.

Tuttavia, un accordo del genere potrebbe comportare alcuni rischi, incluso l’aumento della disparità tra Stati Uniti ed Europa. Se l’obiettivo dell’Unione Europea è quello di colmare il divario creato dalle Big Tech degli Stati Uniti nell’intelligenza artificiale, l’unione tra Apple e Alphabet potrebbe complicare ulteriormente la situazione, richiedendo rassicurazioni anche per quanto riguarda le questioni antitrust alle quali, come sappiamo, negli Stati Uniti sono molto attenti.