Con l’Intelligenza Artificiale cambia e si evolve il modo di costruire contenuti digitali che con l’introduzione di queste tecnologie possono essere resi così reali da essere poco identificabili: queste distorsioni sono importanti perché possono intaccare l’affidabilità delle informazioni, causando effetti gravi su vari aspetti della vita sociale, quali la politica e la libertà di espressione; di conseguenza emerge il bisogno di poter riconoscere l’origine dei contenuti.

C2PA è un organismo no-profit con sede a Washington che vuole favorire la trasparenza online, attraverso lo sviluppo di un protocollo e apposite specifiche tecniche per apporre ai contenuti digitali informazioni relative alla loro provenienza.

L’iniziativa, promossa dalla Joint Development Foundation nata dalla coalizione tra la Content Authenticity Initiative (CAI) di Adobe, e Project Origin (un progetto di Microsoft Research cui hanno collaborato la BBC, la CBC/Radio Canada e il New York Times), offre la possibilità ai creators di contenuti online di condividere le informazioni riguardo le modalità di creazione dei loro prodotti digitali e dichiarare se si tratta di un contenuto originale o generato con IA.
Google, già da tempo impegnata su questo fronte, attraverso lo sviluppo di alcuni servizi come SynthID e About this Image, ha aderito lo scorso febbraio alla coalizione.

L’obiettivo non è ostacolare l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale ma piuttosto incentivare i creators a garantire la trasparenza nei propri servizi online rendendo possibile una maggior consapevolezza negli utenti rispetto l’origine e le modalità di costruzione di un contenuto qualora questo fosse sintetico o manomesso.

A tal proposito la C2PA, dopo aver emanato una ampia e dettagliata serie di specifiche tecniche,  ha prodotto contentcredentials.org, un portale che permette di risalire alla provenienza di un contenuto a patto che l’autore dichiari l’eventuale utilizzo di strumenti di IA per la sua realizzazione.
In alto a destra del sito in questione vi è la voce “Inspect”, attraverso la quale è possibile caricare un contenuto multimediale e ispezionarlo, leggere la sua storia per visionare e prendere coscienza delle diverse fasi della sua creazione, purché il contenuto sia stato editato secondo le specifiche del C2PA.

Fonte immagine: cr content credentials

Il Team di YouTube, in seguito all’adesione di Google all’iniziativa C2PA, ha annunciato di aver consolidato uno strumento all’interno di Creator Studio, adesso YouTube Studio, che richiede ai creator di informare quando i propri contenuti sono generati da IA: l’esperienza utente verrà conseguenzialmente mediata da un’apposita informazione presente nella descrizione del contenuto che sarà disponibile nelle prossime settimane.
Per i temi sensibili quali la salute, le notizie, le elezioni o la finanza apparirà un’etichetta più evidente sul video stesso, come indicato nella presentazione della funzionalità da YouTube.
Il team informa che continuerà ad impegnarsi sulla tutela della privacy nello sviluppo di tools che permettano di segnalare e di chiedere la rimozione per quei contenuti alterati o sintetici che simulano un individuo identificabile.