Immagine realizzata con IA Dall-E

L’Italia ha scalato la classifica dei paesi del G7, passando dall’ultima posizione alla seconda come paese digitalmente competitivo. È emerso dal Digital Riser Report 2021 dell’European Center for digital Competitiveness della ESCP Business School, che misura la trasformazione digitale e i progressi raggiunti dai paesi G7 negli ultimi 3 anni. Per affrontare i cambiamenti tecnologici avvenuti anche causa pandemia da covid-A9, l’EC spiega che sono fondamentali due dimensioni: “The mindset and the ecosystem of each country. Successful transformation can only occur if both of these dimensions are sufficiently developed.” Il mindset, ovvero il rischio imprenditoriale, viene valutato in base ai dati forniti dall’attitudine al rischio imprenditoriale, sulla base dei dati forniti dal Global Competitiveness Report del World Economic Forum, dalla Banca mondiale e dall’International Telecommunication Union. Dal report emerge che la Cina ha attuato una spinta all’imprenditorialità e all’innovazione. Il Vietnam vuole che l’economia digitale rappresenti il ​​30% del PIL entro il 2030. Anche l’educazione digitale sta crescendo, come la Cambogia che nel 2019 ha annunciato un piano per aumentare il numero delle scuole, nell’ambito del programma New Generation School. La Georgia ha lanciato la sua strategia unificata per l’istruzione e la scienza per il 2017-2021, che mira in definitiva a modernizzare la scienza, la tecnologia e l’innovazione sistema. La Francia ha compiuto progressi nella sua competitività digitale (+28 posizioni), mentre la Germania, nello stesso periodo, ha perso (-176 posizioni). L’ascesa dell’Italia è stata rapida e favorita da diversi fattori quali la creazione di Repubblica Digitale lanciata dal Ministero; l’introduzione dell’Italian Startup Act, quadro normativo che definisce criteri di ammissibilità per individuare startup innovative; il sostegno alla formazione a distanza, all’imprenditoria e all’innovazione (blockchain, intelligenza artificiale) con investimenti mirati. In particolare, nel Piano Operativo della Strategia per le competenze digitali, gli obiettivi principali sono:

  • Far salire al 70% la quota di popolazione con competenze digitali di base, con un incremento di oltre 13 milioni di cittadini rispetto al 2019;
  • duplicare la popolazione in possesso di competenze digitali avanzate;
  • triplicare il numero dei laureati in ICT e quadruplicare quelli di sesso femminile;
  • duplicare la quota di imprese che utilizza i big data;
  • incrementare del 50% la quota di PMI che utilizzano specialisti ICT;
  • aumentare di cinque volte la percentuale di popolazione che utilizza servizi digitali pubblici, arrivando al 64%, e portare l’utilizzo di Internet fasce meno giovani della popolazione (all’84% nella fascia 65-74 anni).