Immagine realizzata con IA Dall-E

Il mondo delle notizie e del giornalismo si rimette in discussione: Google ha lanciato un nuovo progetto dal nome Genesis, un servizio basato sull’IA destinato a rivoluzionare l’industria dell’informazione.

L’obiettivo di Genesis è raccogliere informazioni e generare contenuti giornalistici unici, aprendo nuove prospettive alla produzione delle notizie e anticipando un futuro in cui l’IA potrebbe svolgere un ruolo sempre più centrale nel giornalismo.

Genesis si presenta come uno “strumento responsabile” basato su modelli generativi, sviluppati per raccogliere informazioni e creare contenuti giornalistici unici, accurati e tempestivi.

Il progetto è stato già presentato alle principali testate giornalistiche statunitensi, tra cui il New York Times, il Washington Post e il Wall Street Journal e, come prevedibile, ha sollevato reazioni di vario tipo.

Secondo alcuni esponenti del NYT convenuti alla presentazione, il software sembrerebbe in grado di assorbire dettagli e informazioni su eventi attuali e generare articoli pertinenti; alcuni dirigenti del giornale hanno descritto il software addirittura come “inquietante” ed hanno sollevato dubbi sulle capacità di generare contenuti sufficientemente precisi e accurati da essere pubblicati senza interventi umani.

Risulta evidente che, sin da subito, la possibile introduzione di Genesis susciti preoccupazioni tra esperti, dirigenti e giornalisti, riguardo alle sue implicazioni etiche, alla qualità dei contenuti prodotti e alla possibile perdita di credibilità del giornalismo e dei giornalisti.

L’automazione dei processi e la figura del giornalista

La questione centrale che emerge dall’introduzione di Genesis è quella dell’equilibrio tra automazione e competenze umane.

Da una parte vi è la preoccupazione, particolarmente sentita tra coloro che hanno dedicato la loro carriera al giornalismo tradizionale e vedono l’IA come una potenziale minaccia, che l’automazione completa dei processi informativi possa ridurre l’intervento umano (e quindi i livelli occupazionali), in quanto i modelli generativi potrebbero creare contenuti in modo più rapido ed efficiente.

Dall’altra pareri differenti sottolineano come l’utilizzo di queste nuove tecnologie  potrebbe essere utile  per migliorare la produttività giornalistica: Joshua Benton ha paragonato questa trasformazione all’introduzione dei word processor negli anni ’80, che inizialmente sollevò preoccupazioni riguardo alla scrittura e alla produttività, ma alla fine si dimostrò un prezioso strumento per migliorare il processo di scrittura.

Lo stesso Benton inoltre  sottolinea che, così come gli altri sistemi di intelligenza artificiale, Genesis riesce a sviluppare articoli completi solo nei casi in cui siano presenti dati ben strutturati: (ad es. il programma sarebbe in grado di scrivere perfette storie di gioco di baseball perché basate sul box score, oppure potrebbe scrivere articoli sull’andamento di un’azienda perché i basti sui rapporti sugli utili aziendali), ma in mancanza di tali documenti, non comprendendo completamente il contesto sociale e politico delle notizie, il software produce contenuti che mancano di accuratezza e contestualizzazione, facendo emergere la necessità di controlli e modifiche da parte dei giornalisti.

La qualità delle notizie prodotte

Oltre all’implicazione della riduzione occupazionale, che indubbiamente costituisce uno degli aspetti centrali nell’introduzione dell’IA, come spiegato in precedenza, un ulteriore aspetto da mettere in rilievo riguarda l’integrità dell’informazione erogata. Uno dei pericoli principali che emergono dall’utilizzo dell’IA nel mondo dell’informazione sorge dall’eventualità che l’automazione possa condurre a una semplificazione eccessiva del processo redazionale, trascurando la rilevanza di un approccio critico e meticoloso tipico del giornalista.

Una sfida di primaria importanza deve essere quella di mantenere elevati standard qualitativi nella produzione delle notizie, evitando di sottovalutare la complessità e la precisione richieste nell’ambito giornalistico.

I chiarimenti forniti da Google

Google, attraverso la portavoce Jenn Crider, ha chiarito l’intenzione di Genesis: è uno strumento, sviluppato in collaborazione con testate giornalistiche, che mira a fornire diverse opzioni per titoli o stili di scrittura al fine di migliorare l’efficienza e l’accuratezza del lavoro dei giornalisti proprio come un’”assistente personale”.

Jenn Crider, ha dichiarato che: “[…] Il nostro obiettivo è offrire ai giornalisti la scelta di utilizzare queste tecnologie emergenti in un modo che migliori il loro lavoro e la loro produttività […]” e poi, ancora  “[…] molto semplicemente questi strumenti non intendono e non possono sostituire il ruolo essenziale che i giornalisti hanno nel riportare, creare e verificare i loro articoli […]”

Problemi etici

Un altro aspetto critico che bisogna evidenziare riguarda l’etica giornalistica, il rapporto autoriale con il lettore e la responsabilità dell’utilizzo dell’IA in relazione alle informazioni prodotte. La domanda che va posta è: “Chi sarà ritenuto responsabile in caso di errori o notizie fuorvianti generate dall’IA?”

I giornalisti restano i custodi della verità e della precisione delle notizie, ma l’automazione potrebbe rendere difficile tracciare la responsabilità o ridisegnarne la mappa, in caso di informazioni errate.

Jeff Jarvis, direttore del Tow-Knight Center for Entrepreneurial Journalism presso la Craig Newmark Graduate School of Journalism della City University di New York, ha espresso il concetto che l’adozione dell’IA generativa dovrebbe essere guidata dalla responsabilità e dalla consapevolezza: “Se questa tecnologia fosse in grado di fornire informazioni affidabili, i giornalisti dovrebbero usarla, se invece i giornalisti e le organizzazioni giornalistiche ne fanno un uso improprio su argomenti che richiedono sfumature e comprensione culturale, allora si rischia di danneggiare la credibilità non solo dello strumento, ma anche delle organizzazioni giornalistiche che lo utilizzano.”

Conclusioni

In definitiva, la riflessione di Jeff Jarvis pone in luce l’importanza di un equilibrio tra l’innovazione tecnologica rappresentata dall’IA generativa e la preservazione dell’essenza e dell’integrità del giornalismo, sottolineando la necessità di una guida etica e responsabile nell’adozione di queste nuove soluzioni.