BOT psicologi e Deep Fakes: negli USA si prepara il “NO FAKES ACT”

I recenti sviluppi nell’IA generativa gettano luce su questioni complesse e articolate riguardanti il diritto d’autore, la privacy, l’etica e la legge nell’era digitale. Una di queste è sicuramente la creazione e l’utilizzo di duplicati digitali di persone, in immagini e/o video, ovvero dei meglio conosciuti Deep Fakes.

volto di due gemelle

Tempo di lettura:

2 minuti


Un caso in particolare dell’uso di questa tecnologia sta animando un ampio dibattito nell’opinione pubblica e, conseguentemente, anche nella politica negli USA.

Yukun Zhao, vicedirettore del Centro di ricerca sulla psicologia positiva dell’Università Tsinghua a Pechino, ha realizzato con il suo team di ricercatori, un chatbot parlante, versione accurata dell’ottantunenne influente psicologo americano, Martin Seligman, già docente dello stesso Zhao.

Immagine 1 – Martin Seligman

Il chatbot parlante è affettuosamente soprannominato “Ask Martin” e le sue risposte attingono profondamente dalle idee di Seligman, con uno stile che suona come una versione più colloquiale del discorso di Seligman stesso e la cui “saggezza” appare essere evidente a chiunque.

Atro caso simile ma più inquietante è quello dell’imprenditore tecnologico californiano Alex Furmansky che ha creato una versione chatbot della celebre psicoterapeuta belga Esther Perel, addestrando il bot con i suoi podcast presi da Internet.

immagine 2 – Esther Perel

Ha quindi usato il bot per consigliarsi durante una recente delusione d’amore, documentando il suo percorso in un post sul blog che un amico alla fine ha inoltrato alla stessa Perel.

Negli Stati Uniti, alcuni membri del Congresso, stimolati principalmente da attori e artisti preoccupati dalla capacità dell’IA di imitare la loro immagine e la loro voce, stanno già cercando di limitare la diffusione di repliche digitali non autorizzate. Un gruppo bipartizan di senatori, incluso i leader della sottocommissione per la proprietà intellettuale, sta elaborando una bozza di legge intitolata NO FAKES Act, che obbligherebbe i creatori di repliche digitali generate da IA a ottenere una licenza per il loro utilizzo dalla persona originale.

Se approvato, il disegno di legge consentirebbe alle persone di autorizzare e persino trarre profitto dall’uso della loro immagine generata da IA e di intentare azioni legali contro i casi di utilizzo non autorizzato. Tuttavia, la sfida maggiore rimane l’applicabilità globale di queste norme, dato che le leggi degli Stati Uniti hanno scarsa presa in paesi come la Cina, dove è stato addestrato il bot di Seligman.

Questo solleva preoccupazioni sulla privacy e sul potenziale uso improprio dei dati condivisi con questi chatbot, specialmente in paesi come la Cina, dove norme e principi internazionali non sono sempre riconosciuti.