IMMAGINE REALIZZATA CON IA MIDJOURNEY

In numerose occasioni abbiamo esaminato il potenziale impatto dell’Intelligenza Artificiale sul lavoro giornalistico, con il timore diffuso in ampia parte della categoria, che queste tecnologie possano sostituire il lavoro dei giornalisti “umani”.

In una visione meno deterministica e più realistica, questi strumenti possono costituire, almeno in parte, una via d’accesso a nuovi ruoli per la professione all’interno delle testate.

Potrebbe essere questo il caso di Phoebe Connelly, la prima redattrice senior del Washington Post dedicata alla strategia e all’innovazione nell’ambito dell’intelligenza artificiale, che racconta la sua esperienza in un’intervista al giornalista Andrew Deck, membro del team di intelligenza artificiale generativa del Nieman Lab.

Connelly si unisce a un’ondata di editorialisti e strateghi di prodotto dedicati all’intelligenza artificiale che entrano nelle principali redazioni: testate come il Wall Street Journal e il The New York Times stanno attivamente reclutando professionisti per ruoli che riguarda l’IA, che in passato non esistevano.

Questa è una delle prime volte che una figura come quella di Connelly viene introdotta nel mondo dell’editoria. Lei stessa ritiene che, data l’attuale evoluzione del panorama editoriale, il suo ruolo sia necessario, affermando: “Il mio ruolo è richiesto a causa del crescente coinvolgimento delle persone nell’uso dell’IA e della loro voglia di accelerare il processo”.

L’obiettivo del The Washington Post resta quello di servire al meglio i suoi lettori e l’introduzione di ruoli come quello di Connelly mira a potenziare l’impiego degli strumenti IA per migliorare l’efficienza lavorativa e sembrerebbe che anche il WP stia cercando di sviluppare strumenti di IA interni alla redazione: “la nostra struttura internazionale ci consente di attingere risorse dall’intera azienda per costruire con l’intelligenza artificiale generativa.” La responsabilità sta nello sperimentare queste nuove tecnologie mantenendo gli standard editoriali.

Anche se c’è scetticismo nel mondo giornalistico riguardo all’utilizzo di questi strumenti a causa del rischio sempre più evidente della perdita dei di lavoro Connelly ritiene che invece: “Dobbiamo tutti incoraggiare la sperimentazione con l’intelligenza artificiale generativa. Una volta che smette di essere un’idea e diventa uno strumento, allora possiamo passare alla parte divertente che consiste nel capire quali usi possiamo farne”.

Sottolinea inoltre che l’IA è solo l’ultima di una lunga serie di innovazioni tecnologiche e che il valore delle competenze umane, specialmente quelle dei giornalisti nel fornire informazioni trasparenti e affidabili, rimane fondamentale in un ambiente mediato dall’IA, considerandolo un valore che non può essere sostituito.

Per mantenere standard elevati, Connelly ritiene essenziale una formazione adeguata, ha quindi avviato sin da subito un ciclo di formazione per i giornalisti del The Washington Post sull’utilizzo degli strumenti di intelligenza artificiale.