L’articolo di Richard Gingras su Medium raccoglie una serie di considerazioni sullo stato dell’informazione, tratte dai suoi interventi nell’ambito di un ciclo di conferenze tenute nel corso dell’anno.

Le riflessioni sono centrate sui numerosi problemi che attraversano il giornalismo contemporaneo, calati nello scenario di una società attraversata da profondi e sostanziali mutamenti nel modo di comunicare e di relazionarsi, in un processo che ontologicamente riguarda l’economia, la dimensione cognitiva, l’informazione la politica e le relazioni sociali.

Come sempre Gingras opera un’analisi costruttiva, ponendosi e ponendoci domande sui vari aspetti dell’evoluzione della società e dell’informazione come, ad esempio, l’idea che il giornalismo e le tecnologie possano avere un ruolo cruciale nel ricostruire la fiducia e nel fornire un contesto basato sui fatti.

Strumenti come l’Intelligenza Artificiale Generativa e nuovi modelli di giornalismo costruttivo possono aiutare a diminuire il divario tra percezione e realtà.

Gingras riflette su come viviamo in un mondo profondamente diviso e polarizzato, dove le società sono frammentate da conflitti etnici, religiosi ed economici. Egli osserva come questa frattura sia presente in molte nazioni e sia aggravata da cambiamenti nella politica globale, da paure legate alla perdita di posti di lavoro a causa dell’apertura dei mercati e del capitalismo senza frontiere e dalla percezione che l’immigrazione minacci la cultura e la religione locali.

Internet ha semplificato la condivisione delle opinioni, ma ha anche reso possibile la diffusione di discorsi d’odio. Viviamo in un mondo altamente polarizzato, una situazione che la storia ci insegna essere pericolosa. Le nuove tecnologie di comunicazione hanno accelerato questo processo, rendendo più facile per le persone consumare informazioni ma anche isolarsi in bolle di pensiero omogeneo.

C’è una diffusa sfiducia nelle istituzioni, nei media, nel giornalismo, nella scienza e nella tecnologia. Questo ha portato a una perdita di fiducia nella conoscenza basata sui fatti ed in questo senso Gingras osserva:

«Il mondo del giornalismo non si è mai concentrato esclusivamente sulla copertura basata sui fatti. Ci sono sempre stati diversi gradi di faziosità, prospettiva, opinione. Il marchio giornalistico di sinistra è disprezzato dalla destra. Il marchio giornalistico di destra è disprezzato dalla sinistra. Entrambi tendono all’affermazione piuttosto che all’informazione. Purtroppo, la copertura basata sui fatti è sommersa da un’ondata di opinioni, spesso distorte attraverso la lente della prospettiva. Qual è la risposta a questa domanda?

Prima di Internet, la quantità di contenuti di opinione in un giornale tradizionale negli Stati Uniti era minima, in genere era limitato alla pagina editoriale, che presentava le opinioni del giornale stesso, e successivamente esteso alla pagina OpEd (letteralmente, opposta alla pagina editoriale) per l’opinione curata da terzi. Oggi, con uno spazio illimitato, i siti di notizie offrono molte più opinioni rispetto al passato. Abbiamo più fonti di notizie partigiane rispetto al passato. Presumiamo che i lettori comprendano la differenza tra copertura basata sui fatti e opinione di parte. Non lo fanno.

La prevalenza dell’opinione su un sito di notizie crea dubbi sulla copertura basata sui fatti che lo affianca. Se il lettore è d’accordo con le opinioni, è propenso a fidarsi della copertura basata sui fatti. Diversamente non si fiderà. Gli sforzi dei lettori per capire come pensare vengono sopraffatti dalla folla di voci che dicono loro cosa pensare?»

Gingras sottolinea come abbiamo bisogno di ricostruire un senso di rilevanza, valore e fiducia nella conoscenza basata sui fatti, in un mondo in cui la politica della paura è uno strumento potente che influenza le percezioni della realtà e guida le società verso regimi autoritari.

Sul fronte politico e governativo c’è una crescente richiesta di regolamentazione per affrontare la disinformazione e la manipolazione dell’informazione. Tuttavia, determinare cosa sia un’espressione inaccettabile o la verità è complesso, specialmente in società libere e aperte.

In questo contesto ampio e stratificato Gingras ci fornisce, senza pretesa di verità assoluta, le sue domande che, implicitamente contengono tante risposte.