Immagine realizzata con IA MIDJOURNEY

L’impatto dell’IA generativa sul mondo del lavoro è già stato considerevole e lo sarà sempre più, spingendo le aziende verso l’automazione di compiti, suscitando timori tra i lavoratori per la potenziale perdita del proprio impiego.

Secondo Forrester Research, l’IA inietta “magia e caos nel futuro del lavoro”. Se da un lato potrebbe evolvere o potenziare i ruoli umani, dall’altro si prevede che l’IA sostituirà o influenzerà molte posizioni lavorative. Forrester ha monitorato l’impatto dell’IA sui lavori per quasi un decennio, rilevando che il 36% dei lavoratori a livello globale teme di perdere il proprio lavoro a causa dell’automazione nei prossimi dieci anni. L’IA generativa dimostra di essere particolarmente veloce nel modificare attività ed attitudini, e si  prevede la sostituzione del 4.9% dei lavori negli Stati Uniti entro il 2030, con la IA generativa che causerà il 30% di tali perdite, sostituendo circa 90.000 posti di lavoro nel 2023 e crescendo fino a 2.4 milioni entro il 2030.

I lavori a rischio sono quelli più facilmente automatizzabili e influenzati dall’IA generativa, come scrittori tecnici, assistenti di ricerca in scienze sociali, correttori di bozze e copywriter. Parallelamente, si prevede che l’IA generativa influenzerà più di 11 milioni di attività lavorative negli Stati Uniti entro il 2030, 4.5 volte il numero di posti di lavoro che sostituirà nello stesso periodo. Questo significa che l’IA generativa ridisegnerà i compiti esistenti, necessitando di riqualificazione e aggiornamento delle competenze per integrare gli strumenti dell’IA nel flusso di lavoro quotidiano, in particolare per ruoli difficili da automatizzare come editori, scrittori e creativi.

Per affrontare questi cambiamenti, il McKinsey Global Institute prevede che 12 milioni di lavoratori dovranno trasferirsi in nuovi ruoli entro il 2030, con un’economia che si orienta verso lavori a salari più elevati. Inoltre, il World Economic Forum prevede la nascita di 69 milioni di nuovi ruoli a livello globale grazie all’IA.

In una intervista rilasciata a StartupItalia, Marcello Albergoni, Country Manager di LinkedIn Italia, riflette sul futuro del lavoro in sinergia con l’intelligenza artificiale, presentando i risultati di una ricerca promossa dal social network, il Global Talent Trends.

L’indagine di LinkedIn sottolinea che quasi il 40% dei lavoratori italiani teme l’impatto dell’IA, con la GenZ particolarmente preoccupata di rimanere indietro nell’apprendimento delle competenze necessarie. Tuttavia, l’IA è vista anche come un alleato sul lavoro, con il potenziale di cambiare il 65% delle skill lavorative entro il 2030. Albergoni invita a valorizzare le soft skills umane, che resteranno cruciali nonostante l’avanzamento tecnologico, e suggerisce di adottare un approccio alle assunzioni basato sulle competenze specifiche che possano essere migliorate dall’IA. Le aziende sono invitate a prepararsi, qualificando la forza lavoro sia sulle soft skills sia sulle competenze legate all’IA, per affrontare al meglio le sfide future del mondo del lavoro.