Immagine realizzata con IA Dall-E

Ciò che emerge dalla storia che segue è forse l’aspetto più inquietante delle problematiche imputabili all’IA generativa: il problema non è il parossistico timore che le macchine sostituiscano gli uomini o che prendano il sopravvento su di noi, ma la necessità di un controllo trasparente di questi sistemi e delle aziende che li governano.

Abbiamo seguito in questi giorni le “strane” vicende della rimozione di Sam Altman dalla guida di OpenAI che, per chi non avesse seguito la singolare vicenda, riepiloghiamo fattualmente e brevemente di seguito:

17 Novembre 2023: Reuters riferisce che Sam Altman viene rimosso dalla posizione di CEO di OpenAI. La notizia sorprende analisti, dipendenti e partner e, almeno apparentemente, la stessa Microsoft, che è un importante investitore in OpenAI.

19 Novembre 2023: malcontento e confusione all’interno di OpenAI. Una lettera firmata da 505 dei 700 dipendenti di OpenAI chiede le dimissioni dell’intero consiglio di amministrazione e la restaurazione di Sam Altman e del dimissionario presidente di OpenAI, Greg Brockman, che se n’era andato dopo che Altman era stato estromesso.

20 Novembre 2023: Reuters riporta, tramite The Information, che Sam Altman non tornerà a ricoprire il ruolo di CEO di OpenAI nonostante gli sforzi degli esecutivi dell’azienda di riportarlo indietro. Emmett Shear, cofondatore di Twitch, è stato nominato CEO ad interim. Nel frattempo Altman e Brockman vengono annunciati in entrata in Microsoft, alla guida di una nuova unità interna per l’IA.
L’AD di Microsoft (che è il principale finanziatore di OpenAI), Satya Nadella twitta: “Rimaniamo impegnati nella nostra partnership con OpenAI […]. Non vediamo l’ora di conoscere Emmett Shear e il nuovo gruppo dirigente di OAI e di lavorare con loro. E siamo estremamente entusiasti di condividere la notizia che Sam Altman e Greg Brockman, insieme ai colleghi, si uniranno a Microsoft per guidare un nuovo team di ricerca sull’intelligenza artificiale avanzata. Non vediamo l’ora di agire rapidamente per fornire loro le risorse necessarie per il loro successo.

22 Novembre 2023:

  • Sam Altman è stato confermato nuovamente come CEO di OpenAI, concludendo cinque giorni di intense discussioni e trattative seguite al suo improvviso licenziamento dalla startup da lui co-fondata​​.
  • È stato anche istituito un nuovo consiglio di amministrazione composto da Bret Taylor (presidente), Larry Summers e Adam D’Angelo, quest’ultimo l’unico membro presente nel precedente consiglio che aveva deciso di rimuovere Altman​​.
  • Satya Nadella twitta, facendo totale retromarcia rispetto alle dichiarazioni di due giorni prima: “Siamo incoraggiati dalle modifiche al board di OpenAI. Riteniamo che questo sia un primo passo essenziale verso una governance più stabile, ben informata ed efficace. Sam, Greg e io abbiamo parlato e concordato che hanno un ruolo chiave da svolgere insieme al gruppo dirigente dell’OAI nel garantire che l’OAI continui a prosperare e a sviluppare la sua missione. Non vediamo l’ora di consolidare la nostra forte partnership e di offrire il valore di questa prossima generazione di intelligenza artificiale ai nostri clienti e partner.”

A questo punto urge chiedersi: ma cosa è successo davvero? Abbiamo letto di tutto in questi 5 giorni: la fine di OpenAI, le possibili conseguenze legali per Microsoft per presumibili azioni da parte di OpenAI, la nascita di un monopolio dell’IA in Microsoft, etc.

Ovviamente, con il senno del poi, ovvero della possibilità di scrivere di questi fatti “ex post”, rileviamo, ove mai ve ne fosse bisogno, che i commenti “a caldo” e soprattutto le illazioni su vicende di cui non si ha alcun tipo di conoscenza reale, oltre la notizia di “fatti” sostanziali ma di cui non vi è contezza delle cause, sono inutili e pericolosi, per una corretta informazione.

Ma come avrebbe mai potuto OpenAI fare causa a Microsoft che ne è sostanzialmente non tanto occulto azionista di maggioranza? E d’altra parte sarebbe stata una sostanziale incorporazione di altra azienda da parte di Microsoft, azienda quotata sul mercato azionario, senza seguire le procedure ufficiali di acquisizione ed incorporamento. E come avrebbe reagito la Federal Trade Commission di fronte alla nascita di un colosso dell’IA che opera in maniera quasi monopolistica in altri settori? Ricordiamo i già numerosi provvedimenti intrapresi da FTC e dall’UE nei confronti di Microsoft in passato per le varie posizioni monopolistiche sui browser, sui dati, sui sistemi operativi.

In primis occorre immaginare che una estromissione di Altman dal board di OpenAI non sarebbe mai potuta avvenire senza la condiscendenza di Microsoft, anzi senza il suo esplicito parere favorevole.  È probabile che Microsoft abbia tentato di fare assopigliatutto con OpenAI, ma che poi si sia resa conto delle gravi conseguenze che questa operazione avrebbe portato e, quindi, il dietrofront: ma cosa è meglio di controllare una delle principali aziende di IA generativa sul mercato senza bisogno di integrarla nel proprio assetto societario?

Microsoft sta già introducendo all’interno delle sue numerose piattaforme e strumenti (da Office ad Azure a Bing) i tools di OpenAI, rendendola di fatto parte del suo business e, nel frattempo nessuno le impedisce di costruire al suo interno l’equivalente e di avviare addirittura la produzione di processori dedicati all’AI.