Negli ultimi anni, il mondo si è trovato ad affrontare una serie di sfide globali senza precedenti, come evidenziato nel The Global Risks Report  del World Economic Forum.

La 19ª edizione del rapporto, offre un quadro inquietante di un pianeta in transizione, sottolineando la crescente difficoltà di ripresa da continui shock globali. La combinazione di rapido cambiamento tecnologico, incertezza economica, crisi climatiche e conflitti ha creato un ordine globale instabile, caratterizzato da tensioni geopolitiche, ostilità regionali e narrazioni polarizzanti.

Il rapporto analizza i rischi globali in una fase di transizione, esplorando gli impatti su economie e società nei prossimi anni. Tra i temi chiave, emergono il cambiamento climatico, la fragilità economica, l’aumento della criminalità e la corsa agli armamenti tecnologici. Tuttavia, uno dei pericoli predominanti, indicato dal 53% dei leader globali, è la disinformazione e la manipolazione tramite intelligenza artificiale.

La disinformazione si configura come una minaccia grave e in rapida crescita, con impatti che si riflettono su molteplici livelli. L’aumento della polarizzazione sociale e politica al 46% è indicativo di una società sempre più divisa, con potenziali conseguenze disastrose, specialmente nei paesi ancora alle prese con le conseguenze della pandemia di COVID-19. La disinformazione, soprattutto in vista di imminenti elezioni in diverse economie, emerge come la principale minaccia alla stabilità democratica.

Carolina Klint, direttore commerciale in Europa di Marsh McLennan, mette in evidenza la necessità di un’attenzione incessante per costruire resilienza a livello organizzativo, nazionale e internazionale. La cooperazione tra settori pubblico e privato è essenziale per affrontare un panorama di rischio in rapida evoluzione.

Il rapporto avverte che la manipolazione delle informazioni, alimentata da tecnologie sofisticate, aumenterà nei prossimi due anni, con il rischio di dannosi contenuti sintetici. La sfiducia nelle elezioni è particolarmente pericolosa, poiché potrebbe minare la legittimità dei governi e generare disordini politici. La difficoltà nel distinguere tra contenuti generati artificialmente e quelli reali aumenta il rischio di manipolazione.

Una crescente sfiducia nelle fonti di informazione è identificata come un altro pericolo, contribuendo a opinioni polarizzate e potenzialmente scatenando disordini civili. Il ritardo nella regolamentazione tecnologica comune mette a rischio la repressione della disinformazione, con possibili conseguenze sulla violazione dei diritti umani.

Nel report è quindi evidente che la disinformazione potrebbe essere sfruttata per scopi vari, tra cui l’attivismo climatico e l’escalation dei conflitti, diventando un rischio globale persistente nel prossimo decennio con implicazioni sulla resilienza umana, l’ambiente e la sicurezza.

Affrontare questa sfida richiederà un dialogo aperto e costruttivo tra leader governativi, aziendali e della società civile per ridurre rischi e sfruttare opportunità.