Lo scorso 22 maggio, il Washington Post ha comunicato una significativa perdita di 77 milioni di dollari nell’ultimo anno.  L’editore e amministratore delegato Will Lewis ha dichiarato “siamo in una voragine, e lo siamo da un po’ di tempo.” Lewis, in carica da gennaio, ha sottolineato che l’audience del Post è diminuita del 50% dal 2020.

Per risollevare le sorti del giornale, Il CEO ha annunciato una nuova strategia che è stata presentata ai dipendenti, che include un mix di abbonamenti tradizionali e nuove offerte. Tra le novità, i “pagamenti flessibili” permetteranno ai lettori di acquistare articoli singoli tramite servizi come Apple Pay, una funzione che sarà disponibile dal prossimo trimestre.

Il Post introdurrà anche gli abbonamenti Post Pro e Post Plus, pensati per professionisti e lettori assidui, con contenuti aggiuntivi come una newsletter su clima ed economia. Questo modello segue l’esempio di testate come Axios e POLITICO, che hanno ottenuto successo con piani di abbonamento premium.

Ma l’investimento più significativo per risollevare le sorti del giornale dovrebbe riguardare l’intelligenza artificiale. Il Washington Post ha già iniziato a sperimentare modelli di linguaggio, utilizzando voci generate dall’intelligenza artificiale per alcune newsletter. La settimana scorsa, il redattore esecutivo Sally Buzbee ha annunciato una versione ampliata degli articoli generati dall’intelligenza artificiale e poi modificati dagli editori umani.

Nonostante l’integrazione dell’IA, il WaPo promette di mantenere al centro l’elemento umano nel suo giornalismo. Tuttavia, lo stesso giornale ha contemporaneamente comunicato che da ora in poi procederà con uno staff ridotto: in questo modo, i dubbi e le preoccupazioni che hanno sempre avvolto lo sviluppo delle tecnologie artificiali nei giornali sembrano prendere la forma peggiore e più concreta. Il pericolo reale è che le aziende debbano riallocare le risorse optando per un taglio della forza umana, investendo maggiormente nelle nuove tecnologie.

Lewis ha riconosciuto le paure associate a questa tecnologia, ma ha invitato a considerarla un assistente per il futuro del giornale. “Capisco perfettamente che c’è un’enorme paura dell’intelligenza artificiale ovunque,” ha detto. “Ma voglio che andiamo oltre la paura. Il modo in cui vedo che operiamo è che abbiamo l’intelligenza artificiale ovunque: nella nostra redazione, con i nostri consumatori, nel settore inizia a considerarla come un copilota.”

L’obiettivo finale del Washington Post, come ha detto Lewis, è: “Vogliamo essere il posto migliore per fare giornalismo e diventare l’organizzazione giornalistica più importante per le persone di tutto il mondo.”