messaggi crittografati

Di fronte alle crescenti preoccupazioni riguardanti la mancanza di una vera e propria regolamentazione nell’ambito dell’intelligenza artificiale, il Partito Laburista britannico ha avanzato la proposta di rendere obbligatoria la divulgazione dei risultati dei test condotti dalle aziende operanti nel campo dell’intelligenza artificiale.

Questa proposta mira a sostituire un precedente accordo volontario annunciato lo scorso novembre a Bletchley Park durante Il Vertice sulla Sicurezza dell’Intelligenza Artificiale , in base al quale governi e aziende nel settore dell’intelligenza artificiale si erano impegnati a collaborare per testare la sicurezza dei nuovi modelli prima e dopo il loro rilascio.

Il Partito Laburista, tuttavia, propone un approccio legale che costringerebbe le aziende a fornire i dati dei test alle autorità competenti, garantendo così una maggiore trasparenza e responsabilità nel settore.

Peter Kyle, segretario ombra per la tecnologia del Partito Laburista, ha sottolineato l’importanza della trasparenza nel settore dell’intelligenza sottolineando la necessità di una supervisione più rigorosa per garantire la sicurezza e la trasparenza nello sviluppo di questa tecnologia.

La proposta prevede che le aziende debbano dichiarare i loro progetti di sviluppo e condurre test sotto la supervisione di enti indipendenti, rappresentando un passo cruciale verso uno sviluppo sicuro e responsabile dell’intelligenza artificiale. Questa iniziativa ha ricevuto un ampio sostegno a livello globale, con importanti aziende come Google e Amazon che hanno accettato di partecipare.

Allo stesso tempo, il governo britannico sta anche cercando di aggiornare l’Investigatory Powers Act (IPA) del 2016, una legge che consente alle forze dell’ordine di accedere ai dati degli utenti per indagare su vari crimini.

Gli emendamenti, proposti già a novembre 2023 e che verranno discussi in Parlamento, prevedono l’obbligo per qualsiasi azienda di notificare ai funzionari del Regno Unito eventuali aggiornamenti che intendono apportare e che potrebbero limitare l’accesso del governo ai dati.

Il governo britannico punta ad obbligare i fornitori di servizi di messaggistica a rendere accessibili le conversazioni. Per farlo, le aziende che gestiscono questi servizi dovrebbero sviluppare un sistema per rendere disattivabile la crittografia delle conversazioni su richiesta delle Autorità. Il procedimento avverrebbe, naturalmente, all’insaputa e senza la necessità del consenso dell’utente, eliminando così qualsiasi protezione per la privacy.

Tuttavia, le modifiche proposte all’IPA hanno incontrato una forte opposizione da parte di aziende come Apple, che le ha definite “un’esagerazione senza precedenti”, esprimendo preoccupazioni per il potenziale impatto negativo sulla privacy degli utenti e sulla sicurezza dei loro dispositivi.

Apple ha dichiarato: “Siamo profondamente preoccupati per gli emendamenti proposti all’Investigatory Powers Act (IPA) attualmente in esame al Parlamento, i quali mettono a rischio la privacy e la sicurezza degli utenti”.

Il governo britannico, ha sottolineato che le modifiche alla legge non daranno al Segretario di Stato il potere di approvare o rifiutare gli aggiornamenti, ma serviranno solo per comprendere eventuali cambiamenti e consentire di adattare le tecniche investigative.

Già a luglio Apple si era opposta alle proposte del governo inglese ritenendo che il progetto del Governo del Regno Unito è in netta contrapposizione con l’impegno di Apple nei confronti della privacy dei suoi utenti. Il gigante della tecnologia minacciando di ritirare servizi come Facetime e iMessage dal Regno Unito piuttosto che compromettere la sicurezza futura.

La posizione di Apple, non è isolata ma ampiamente condivisa infatti anche i  gruppi per le libertà civili tra cui Big Brother Watch, Liberty, Open Rights Group e Privacy International hanno sollevato preoccupazioni riguardo alle proposte modifiche, sottolineando il rischio di trasformare le aziende private in strumenti di sorveglianza dello stato, con le proteste di vari gruppi per le libertà civili del Regno Unito, tra cui Privacy International e Big Brother Watch, che hanno condannato l’aggiornamento, definendolo un tentativo di trasformare le aziende private in strumenti di sorveglianza statale e minacciando la sicurezza dei dispositivi e di Internet.