open ai accordi

OpenAI ha recentemente stretto un accordo con il Financial Times per l’accesso ai suoi dati, ampliando così la sua rete di collaborazioni con le testate giornalistiche, rete che attualmente include Associated Press, Axel Springer, Le Monde e Prisa Media.

Questo accordo consentirà a OpenAI di utilizzare il materiale del FT per l’addestramento dei suoi modelli, avanzando ulteriormente nelle tecnologie di intelligenza artificiale generativa.

OpenAI potrà inoltre utilizzare il materiale del FT per fornire ai suoi utenti brevi riassunti degli articoli, con collegamenti diretti al sito FT.com, offrendo così un accesso immediato alle fonti originali per i suoi milioni di utenti in tutto il mondo.

Brad Lightcap, COO di OpenAI, ha commentato: “La nostra partnership con il Financial Times rappresenta un passo significativo verso l’obiettivo di arricchire l’esperienza degli utenti di ChatGPT con contenuti giornalistici di alta qualità in tempo reale, raggiungendo milioni di persone in tutto il mondo”.

John Ridding, CEO del FT, ha sottolineato l’importanza dell’accordo per il settore, evidenziando la necessità di trasparenza, attribuzione e remunerazione equa per l’uso del materiale giornalistico nelle piattaforme di intelligenza artificiale. Ha anche ribadito l’impegno del FT nel promuovere l’innovazione nel settore dell’IA, sottolineando l’importanza di garantire la presenza di fonti affidabili nei prodotti basati sull’intelligenza artificiale.”

In passato abbiamo sottolineato come il Financial Times si differenzi dal resto delle testate giornalistiche per il suo approccio all’intelligenza artificiale. Da sempre, il FT ha abbracciato apertamente questa nuova tecnologia, come dimostra il lancio del suo primo strumento di intelligenza artificiale, Ask FT, un chatbot IA generativo progettato per rispondere alle domande degli abbonati.

L’accordo con OpenAI rappresenta un ulteriore passo avanti del FT nel campo dell’intelligenza artificiale. Questa volta sembra puntare a incrementare il traffico sul proprio sito attraverso i collegamenti diretti forniti da OpenAI, superando quel rilevante problema di cui avevamo già parlato, della “disintermediazione” da parte delle IA generative che non fornivano ai propri utenti i collegamenti con le fonti.