Meta ha svelato il suo nuovo assistente virtuale alimentato dall’intelligenza artificiale, chiamato Meta AI. Questo assistente rivoluzionario è basato sul potente modello linguistico chiamato Llama 2 (70 miliardi di parametri ed è offerto gratuitamente anche per scopi commerciali e di ricerca).

Oltre a rispondere alle domande degli utenti, Meta AI è in grado di generare immagini partendo da comandi testuali grazie al suo innovativo generatore di immagini chiamato Emu.

L’azienda ha addestrato Emu utilizzando una vasta collezione di 1,1 miliardi di coppie foto-testo, comprendenti immagini e didascalie condivise su Facebook o Instagram.

Meta AI è già disponibile dal 27 settembre per un gruppo limitato di utenti statunitensi su Facebook Messenger, Instagram e WhatsApp, potendo essere integrato anche nelle chat di gruppo per contribuire a varie attività, come l’organizzazione di un viaggio.

Un’ulteriore innovazione è la possibilità di attivare Meta AI tramite comandi vocali grazie agli smart glass di ultima generazione dell’azienda, che però saranno distribuiti solo negli Stati Uniti a partire dal mese corrente.

Meta ha lanciato questo nuovo chatbot come diretta concorrenza a ChatGPT di OpenAI, insieme al recente generatore di immagini presentato dall’azienda.

La sfida è chiara: Meta vuole guadagnare un posto di rilievo nel panorama degli assistenti AI e si unisce a Microsoft, Alphabet e Amazon nel perseguire questo obiettivo con strumenti AI open source.

Meta ha annunciato altre importanti novità nel campo dell’intelligenza artificiale, come due strumenti di AI generativa per l’editing fotografico che saranno presto disponibili per gli utenti di Instagram.

Tuttavia, alcuni esperti sollevano preoccupazioni riguardo all’approccio open source di Meta. C’è chi chiede una maggiore attenzione sulla sicurezza dell’AI e sottolinea la necessità di valutare attentamente l’impatto di queste tecnologie sulla società. Nonostante queste critiche, Meta è determinata a consolidare la sua posizione nel settore dell’AI, dimostrando che la competizione intorno alla tecnologia dei grandi modelli linguistici è più accesa che mai.

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