Immagine realizzata con IA Dall-E

L’Intelligenza artificiale trasformerà il business? È la domanda che si è posta il Financial Times che ha elaborato un report in cui viene evidenziata l’evoluzione dell’intelligenza artificiale (IA) generativa nel mondo del business, con particolare attenzione agli sviluppi registrati nell’ultimo anno.

L’IA generativa, con la sua capacità di comprendere e generare linguaggio umano, sta rivoluzionando diverse aree lavorative, promettendo un futuro in cui la tecnologia sarà ancora più integrata nelle nostre vite quotidiane. Da novembre 2022, il numero di utenti che sperimentano e implementano l’IA generativa è cresciuto esponenzialmente, e si stima che, entro il 2023, circa 80 milioni di utenti internet negli Stati Uniti la utilizzeranno almeno una volta al mese.

Il 2023 è stato definito un “anno spartiacque” per l’IA generativa, con aspettative molto alte e previsioni che suggeriscono un impatto trasformativo paragonabile a quello del microprocessore. Tuttavia, il pieno potenziale e le implicazioni future di questa tecnologia restano ancora incerte.

L’analisi economica del report evidenzia come l’IA generativa aggiungerà un valore significativo all’economia globale, con settori come il banking, le scienze della vita e l’alta tecnologia che ne beneficeranno maggiormente. D’altra parte, l’automazione derivante dall’IA generativa potrebbe portare all’automatizzazione di circa un quarto delle attività lavorative negli Stati Uniti e in Europa, sollevando questioni cruciali sul futuro del lavoro.

Tecnicamente, l’IA generativa è capace di creare contenuti attraverso tecniche di completamento automatico e sequenziamento predittivo, applicabili a testi, immagini, video e audio. Tuttavia, presenta anche limitazioni, come l’incapacità di ragionare autonomamente e la mancanza di garanzie sulla sua affidabilità.

Il mercato dell’IA generativa è in rapida espansione, con numerosi attori di rilievo e una miriade di startup emergenti. Per sfruttare appieno il potenziale di questa tecnologia, le aziende devono sviluppare strategie chiare e convincenti.

L’IA generativa trova applicazione anche nel marketing, agendo come strumento creativo per produrre materiali su larga scala e personalizzare le comunicazioni. Gartner prevede che il 30% dei messaggi di marketing delle grandi aziende sarà generato dall’IA entro il 2025.

Il report esplora anche l’impatto dell’IA generativa in diversi settori, come il servizio clienti, la produzione di contenuti video, l’insegnamento, le funzioni di ricerca e il giornalismo. Nonostante i numerosi vantaggi, la tecnologia solleva questioni complesse riguardanti la proprietà intellettuale e il diritto d’autore, e presenta rischi legati all’uso improprio per scopi di disinformazione e truffe di phishing.

Giornalismo e Intelligenza Artificiale: un cammino ancora incerto

Il progresso dell’intelligenza artificiale (IA) ha toccato numerosi settori, compreso quello giornalistico. Tuttavia, nonostante le aspettative, le prime incursioni dell’IA nella creazione di contenuti di notizie non hanno sortito il successo sperato. A mettere in luce le sfide e le problematiche di questo connubio è Subramaniam Vincent, direttore del programma di giornalismo ed etica dei media presso il Makula Center for Applied Ethics dell’Università di Santa Clara, in California.

Vincent evidenzia come l’impiego dell’IA generativa nel giornalismo sollevi questioni cruciali. Al centro della discussione c’è la capacità, o meglio l’incapacità, della tecnologia di distinguere tra fatti reali e costruzioni narrative. ChatGPT, uno degli strumenti di IA più avanzati, ammette senza indugi le proprie limitazioni: la tecnologia non può fare affidamento su un discernimento autonomo tra verità e finzione, ma si basa piuttosto su supposizioni plausibili. Questo comporta il rischio di produrre contenuti che, sebbene possano apparire coerenti e convincenti, potrebbero non essere ancorati alla realtà.

Oltre al problema della veridicità, sorge anche la questione dell’attualità. I modelli linguistici di grandi dimensioni, come quello su cui si basa ChatGPT, vengono addestrati su vasti set di dati che hanno una data di scadenza. Questo significa che la tecnologia può non essere in grado di accedere o produrre informazioni aggiornate, creando un divario significativo tra le notizie prodotte dall’IA e la realtà che si evolve continuamente.

Tuttavia, non tutto è negativo. Se alimentata con fatti accurati e aggiornati, l’IA ha il potenziale per simulare efficacemente uno stile giornalistico credibile, producendo contenuti che potrebbero integrarsi con il lavoro degli operatori umani. Questo apre le porte a una collaborazione tra giornalisti e IA, dove la tecnologia può supportare il lavoro redazionale, permettendo agli esseri umani di concentrarsi su aspetti più critici e analitici del giornalismo.

È chiaro che il cammino dell’IA nel mondo del giornalismo è ancora in fase embrionale e richiede una riflessione profonda e una valutazione critica. Le potenzialità sono evidenti, ma è fondamentale procedere con cautela, garantendo che l’integrità informativa e l’attualità siano sempre al primo posto. La strada è lunga e irta di sfide, ma la collaborazione tra intelligenza umana e artificiale potrebbe segnare il futuro di un giornalismo innovativo e affidabile.